Ricordo di Giacomo Mancini

Post del 21/04/2016.

Quando intorno alla metà degli anni novanta il Partito della Rifondazione Comunista, del quale ero tesserato e coordinatore del movimento giovanile della provincia di Cosenza, mi propose di ricoprire il ruolo di segretario della sezione cittadina, accolsi la proposta con un certo malcelato scetticismo.

Mi sembrava di fare un passo indietro: dal coordinare l’intera vasta provincia, seppur a livello giovanile, ad occuparmi delle questioni di una sola città benché da segretario di un circolo di adulti.

Uno dei motivi che mi convinsero ad accettare quell’incarico aveva un nome e un cognome: Giacomo Mancini.

Il leader socialista era sindaco di Cosenza, una figura prestigiosa di elevato spessore politico e culturale. Un ex segretario nazionale del Psi, un ex ministro, un uomo rispettato e da tutti venerato per il suo attaccamento alla città di Cosenza e al meridione in generale.

Conservo tanti ricordi di quell’esperienza, tanti aneddoti, diversi incontri e scambi di battute, confronti anche aspri ma sempre nell’assoluto rispetto delle idee che ognuno di noi professava e portava avanti.

Mi resi conto col passare degli anni, crescendo e maturando, di come quell’esperienza mi abbia arricchito come persona e come uomo. Mi confrontavo, parlavo, mi scontravo e discutevo non con un sindaco qualsiasi, ma con un certo Giacomo Mancini in persona. Una personalità che negli anni della prima Repubblica discuteva e ragionava con gente come Andreotti, Pertini, Berlinguer.

Oggi ne ricorre il centenario della nascita, ed io voglio ricordarlo come colui che più di ogni altro diede impulso e vigore all’attività culturale e politica della Cosenza che fu.

Quando quell’8 aprile del 2002 morì io, non provo vergogna ad ammetterlo, piansi per il vuoto politico che aveva lasciato, per la grande eredità di idee e contributi che nessuno di noi, nani al cospetto di un gigante, seppe raccogliere. Il tempo ha cambiato molto, forse irrimediabilmente tutto. Restano i ricordi e gli insegnamenti di colui che fu indiscusso protagonista di un secolo, il novecento, troppo spesso frettolosamente vituperato.

Lo ricordo con nostalgia e rimpianto, come si ricordano i nonni che spesso hanno idee diverse che ci appaiono vecchie e superate, ma che al contrario dimostrano col tempo di essere fonte di saggezza e lungimiranza.

Questo era Giacomo Mancini. Ultimo grande Profeta della Politica in terra di Calabria.