Brodino Lione, solo pari allo Stadium

Una Juve deludente si lascia raggiungere dal Lione nel finale di gara allo Stadium, complicando non poco le chances di chiudere al primo posto il girone di qualificazione di Champions League, in vista del passaggio agli ottavi.

Ancora una volta ho visto la partita in streaming, stavolta con commento in inglese a differenza della gara di Zagabria seguita con telecronaca brasiliana: sciarpa d’ordinanza al collo e bandiera, ma stavolta purtroppo non è servito a molto.

Nella sfida di ritorno contro i francesi, battuti quindici giorni fa a domicilio benché in inferiorità numerica, grazie alla prodezza nel finale di Cuadrado, stavolta Allegri modifica l’assetto tattico della squadra con il chiaro intento di trovare una collocazione ideale a Pjanic, e metterlo nelle condizioni ottimali per rendere al meglio. La Juve si schiera con un inedito 4-3-1-2 davanti a Buffon: Dani Alves, Barzagli, Bonucci e Evra in difesa, Marchisio in mediana affiancato da Sturaro a sinistra e Khedira dal lato opposto, Pjanic da trequartista, Mandzukic e Higuain in attacco. La prima occasione, tuttavia, è per gli ospiti, con Buffon che si oppone su un rasoterra in calcio d’angolo. Poi, al 12esimo, Sturaro viene spinto in area, l’arbitro assegna il penalty e Higuain trasforma con freddezza spiazzando Gomes. La gara si trascina senza particolare enfasi, si combatte molto a centrocampo, Marchisio prova a prendere in mano le redini del gioco ma la manovra appare farraginosa e bloccata. Sulle fasce c’è poca spinta (del resto, il modulo a 4 in difesa limita le incursioni sugli esterni), Khedira fa fatica, Mandzukic combatte come al solito con tanta generosità e Higuain prova a capitalizzare i pochi palloni che gli finiscono tra i piedi. Va detto che il compito di ricucire il reparto avanzato con la mediana spetterebbe a Pjanic, ma il bosniaco nemmeno da trequartista riesce a lasciare il segno. La posizione in campo dell’ex romanista inizia a diventare un autentico rebus, considerate le difficoltà incontrate nelle prime uscite in campionato da regista arretrato, la poca brillantezza dimostrata stasera dietro le punte e le prestazioni a corrente alternata fornite in questo primo scorcio di stagione nel ruolo di mezzala.

Verso la fine della prima frazione di gioco, il Pipita si ritrova tra i piedi la palla per chiudere il match, ma incredibilmente da ottima posizione spara alto sulla traversa. Si va al riposo con un solo goal di vantaggio, e con la netta sensazione di una Juve poco brillante e a corto di idee, come peraltro già visto in diverse occasioni in questa prima fase di stagione.

La ripresa inizia sulla falsa riga del primo tempo, partita spigolosa e poco spettacolare condita da diversi interventi sopra le righe e avara di gioco, manovra spezzettata e circolazione di palla inesistente. A 20 minuti dalla fine, complici gli acciacchi di Bonucci e Pjanic, Allegri manda in campo Benatia e Alex Sandro, trasformando l’iniziale 4-3-1-2 nel più congeniale 3-5-2, arretrando così Evra sulla linea dei centrali insieme a Barzagli e Benatia, e allargando Dani Alves e Alex Sandro sugli esterni. I bianconeri, già in sofferenza a causa degli attacchi seppur disordinati del Lione, si abbassano ancora di più, e forse per tale motivo che Allegri, a una decina di minuti dal triplice fischio, leva dal campo Higuain e butta nella mischia Cuadrado, con il chiaro obiettivo di sfruttare la dinamicità del colombiano e provare ad alzare il baricentro della squadra. Se non che, a 5 minuti dal 90esimo, i francesi raggiungono il pari sugli sviluppi di un calcio di punizione dalla trequarti, deviato in rete da Tolisso.

1 a 1, e a conti fatti va anche bene se si considera che all’ultimo minuto di extra time è Lacazette ad avere sul destro la palla del vantaggio, deviata in extremis da Barzagli in corner.

Brutta Juve, che incassa il suo primo goal continentale e che vede complicarsi la corsa al primo posto del girone, considerando la vittoria del Siviglia in casa della Dinamo Zagabria. Manovra confusa, fallito l’esperimento Pjanic da trequartista, scarsa incisività sulle fasce (il 3-5-2 copre meglio il campo e favorisce l’apertura del gioco sugli esterni), centrocampo in affanno, punte quasi mai innescate per come dovrebbero. Il pari con il Lione non mette a rischio la qualificazione agli ottavi, pratica che sarebbe stata archiviata già stasera con due turni di anticipo in caso di successo con i francesi. Tuttavia, per poter ancora sperare nel primo posto del girone ed evitare spiacevoli abbinamenti agli ottavi, sarà fondamentale fare risultato pieno il prossimo 22 novembre a Siviglia e poi chiudere in bellezza il 7 dicembre allo Stadium contro la Dinamo Zagabria. Per riuscire nell’impresa è necessario ritrovare ritmo e manovra, coralità di squadra e fraseggio, geometrie e maggiore equilibrio tra i reparti: il rientro di Marchisio è un buon viatico, e lo stesso Pjanic schierato da mezzala potrà beneficiarne in termini di qualità e intensità. Continuo a essere più che ottimista, i valori di squadra sono innegabili e usciranno fuori al momento opportuno.

Appuntamento a domenica prossima in casa del Chievo Verona, prima dell’ultima settimana di sosta che segnerà il preludio al rush finale in vista delle vacanze natalizie.

FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!