Festa scudetto rinviata: Juve travolta all’Olimpico dalla Roma

Doveva essere la partita del sesto scudetto consecutivo, quella della matematica consacrazione alla Storia dei Campioni d’Italia in carica da cinque stagioni, viceversa la trasferta capitolina della Juve si è trasformata in un incubo grazie ad una super prestazione della Roma. Nulla da eccepire sulla vittoria dei ragazzi di Spalletti, artefici di una gara ben giocata per intensità e gestione dei momenti chiave della partita, capaci di riequilibrare il risultato dopo l’iniziale vantaggio bianconero e di sfruttare le debolezze di una Juve apparsa poco concentrata e meno “cattiva” del solito. Tuttavia, al di là degli innegabili meriti della Roma, una spiegazione va ricercata, e dunque: la sfida dell’Olimpico vorrebbe suggerire che nel calcio i calcoli a tavolino lasciano il tempo che trovano, che i risultati e i successi si ottengono senza mai dare niente per scontato, che per vincere è necessario lottare con la stessa caparbietà fino all’ultimo minuto dell’ultima partita. Tutto vero, almeno in parte, perché esistono le cosiddette “attenuanti generiche”.

Il programma romano che prevedeva nelle intenzioni la conquista del sesto storico scudetto di fila, magari strappando ai giallorossi quel punticino necessario in ossequio alla matematica per poi concentrarsi mentalmente in vista della finale di Coppa Italia di mercoledì contro la Lazio, è iniziato nel peggiore dei modi. Va detto, in tutta onestà, che la formazione schierata da Allegri era decisamente rimaneggiata proprio in vista della finale di mercoledì, e che l’assetto tattico dei bianconeri, proprio in virtù dei cambi, ne risultava profondamente modificato. Tuttavia, indipendentemente dagli interpreti in campo, quello che è emerso in maniera vistosa è stata la leggerezza con la quale, soprattutto nel secondo tempo, la squadra ha affrontato la gara: poca lucidità, tanti errori di misura dovuti per lo più a distrazione, ritmi eccessivamente bassi, nessun contrasto vinto e duelli individuali regolarmente persi. In buona parte c’era da aspettarselo, e non a caso, dopo la vittoria in campionato contro il Genoa allo Stadium, l’avevo pure scritto, basta andare a rileggersi l’articolo del quale, a beneficio di chi non l’avesse letto, ne ripropongo un passaggio scusandomi in anticipo per l’autocitazione: “La sfida con il Genoa apre ufficialmente l’ultimo decisivo miglio che vedrà i bianconeri impegnati a raccogliere, nelle tre competizioni stagionali (campionato, Coppa Italia e Champions), i frutti dell’intero lavoro di costruzione e progressivo miglioramento di organico e gioco avviato un’estate fa. Prima del Genoa e a partire dal Genoa, la stagione bianconera va considerata, mentalmente e organizzativamente, in due fasi distinte e separate: da adesso cambierà l’approccio alle partite, la maniera di gestirle, la rotazione degli uomini e, all’occorrenza, anche la disposizione in campo degli interpreti chiamati di volta in volta in causa”.

Prima del Genoa e dopo il Genoa è cambiato molto nella gestione della rosa nella volata scudetto, in considerazione del fatto che gli impegni di Champions e la finale secca di Coppa Italia hanno condizionato scelte e atteggiamento allo scopo di dosare forze ed energie psicofisiche con l’obiettivo di preservare nel minutaggio gli uomini più determinanti. E difatti, dopo i tre punti ottenuti contro i rossoblù liguri, in campionato sono arrivati due pareggi (Atalanta e Torino) e la sconfitta di stasera contro la Roma. Poco male, se è vero che nelle ultime tre gare la Juve ha di fatto giocato solo un tempo: il secondo con l’Atalanta e nel derby, ed il primo contro la Roma stasera all’Olimpico. E dunque, se proprio partendo da questa analisi, fossero proprio i calcoli a tavolino che, nella circostanza, daranno ragione ad Allegri? Io ne ero certo e ne resto ancora più convinto.

A conferma di quanto detto, nella notte dell’Olimpico i bianconeri hanno giochicchiato per un tempo, schierati da Allegri con un 4-3-3 davanti a Buffon: Lichtsteiner, Bonucci, Benatia e Asamoah in difesa, Pjanic in mezzo al campo a dettare i tempi scortato da Lemina e Sturaro, Cuadrado e Mandzukic larghi sulle fasce a supportare Higuain terminale offensivo. Formazione poco votata al fraseggio in mediana per caratteristiche tecniche degli uomini chiamati a far gioco, Cuadrado non in serata di grazia, Mandzukic meno efficace rispetto alle solite prorompenti esibizioni, reparto difensivo distratto e poco coordinato nei movimenti tanto in fase di copertura che in uscita. Nonostante ciò, il primo squillo è della Juve con Asamoah che impegna dalla distanza l’estremo difensore giallorosso, preludio al goal di Lemina che sblocca il risultato al 21esimo depositando in rete un pallone sul quale stava scritto “spingere dentro” servitogli da Higuain a sua volta ben imbeccato da Sturaro. Avanti di una rete il più sembrava fatto, e forse proprio per questo la Juve cala di ritmo e considera inconsciamente la pratica già archiviata, lasciando campo e iniziativa alla Roma che, pochi minuti dopo, pareggia il conto con De Rossi sugli sviluppi di un’azione da calcio d’angolo. Forti del pareggio raggiunto, i giallorossi nella ripresa aggrediscono alti e imprimono quella cattiveria agonistica che li porta dapprima a ribaltare il risultato con un tiro sporco di El Shaarawy all’11esimo e poi, dieci minuti dopo, a chiudere il discorso con Nainggolan. A nulla servono i cambi operati dal tecnico livornese, che spedisce in campo Dani Alves, Marchisio e Dybala in sostituzione di Lichtsteiner, Sturaro e Cuadrado: finisce 3 a 1 per la Roma, sconfitta senza appello per la Juve che fallisce il secondo match point per lo scudetto, rinviando la conquista del tricolore a domenica prossima, quando allo Stadium sarà di scena il Crotone ancora aggrappato alle ultime residue speranze di conquistare la salvezza in serie A.

Nel frattempo, mercoledì appuntamento per il primo decisivo crocevia della stagione bianconera, la finale di Coppa Italia ancora nella Capitale contro l’arrembante Lazio di Simone Inzaghi. Sarà necessario ritrovare la giusta concentrazione e risintonizzarsi sugli obiettivi per conquistare il primo trofeo stagionale: la terza Coppa Italia consecutiva, dodicesima nel computo totale. Da adesso in poi, vietato sbagliare.

FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!