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Settembre è uno di quei mesi di transito, ambiguo, né estate né autunno. Ultime tracce di vacanze, primi contatti con il ritorno a impegni consolidati messi illusoriamente da parte durante la parentesi agostana. Non essendo né carne né pesce, è un mese che ho sempre detestato: preferisco le situazioni definite, nette, o di qua o di là. Settembre vuole essere tutto e non è niente, riserva caldo e sole ma ti ricorda che è il momento di ricominciare, lavoro e scuola, altro giro altra corsa, ancora un altro anno. Maledette ferie: fai appena in tempo ad abituarti all’ozio che subito ti tocca resettare tutto. Impieghi due settimane per sintonizzarti sulla modalità “vacanza” e, al rientro in ufficio, almeno tre mesi per riprendere il ritmo da automa “sciroccato” che scandisce le sue giornate in un monotono 4/4: sveglia/colazione/lavoro/pausa-panino///lavoro/rientro a casa/cena-tv/notte.

Senza parlare dei ragazzi, per i quali il ritorno tra i banchi assume in nove casi su dieci i connotati del trauma. Per fortuna, almeno per loro, c’è chi si fa carico del problema e individua i necessari antidoti.

E dunque, venendo al punto: alle scuole primarie e a quelle secondarie di primo grado, che tradotto vuol dire scuola elementare e scuola media per chi come me proviene dal secolo scorso, è stata di fatto abolita la possibilità della bocciatura. Giusto così: gli alunni, prima bambini poi ragazzini, è bene che non subiscano inutili traumi fatti di sconfitte e umiliazioni che nella vita da adulti non si verificheranno mai. In più, visto che da grandi molti di loro non lavoreranno, appare una scelta ancora più saggia quella di non sovraccaricarli di impegni, e così via al progetto sperimentale che prevede l’assenza di compiti da svolgere a casa. Provvedimento geniale: chi sarà costretto a non fare nulla dopo il diploma o la laurea, è giusto che si abitui al vuoto esistenziale sin dall’età adolescenziale.

Anzi, sarebbe opportuno abolire proprio la scuola come istituzione: a cosa serve la cultura, parlare e scrivere bene o riuscire a far di conto? A pensarci bene, a nulla! Per apprendere è sufficiente essere connessi e poter interpellare alla bisogna Wikipedia, per una corretta ortografia può bastare il sistema di correzione automatica di word, per mettere in croce due conti pc portatile e tablet/smartphone vanno più che bene. Seguendo questo filo logico, come prossimo passo vedrei bene l’abolizione dell’età pensionabile, nel senso della cancellazione del concetto di pensione, in ossequio a tale filosofica equazione: a scuola non si studia e si viene promossi a prescindere, il lavoro non c’è e quindi giusto abituarsi a non fare nulla, la pensione diventa un inutile istituto in quanto privo dei sottostanti presupposti che dovrebbero generarlo.

Unico problema: come ci si guadagnerà da vivere? Semplice. Per campare si dovrà dare impulso alla diffusione su tutto il territorio nazionale delle macchinette slot machine e dei vari concorsi gratta e vinci, rettificandone il progetto di ridimensionamento e, anzi, favorendone un maggiore incentivo all’uso. Più giochi, più vinci, più vivi. Senza studiare, senza lavorare, senza ostacoli da superare. Potrai permetterti case, ville, donne e auto. Queste ultime, rigorosamente modello intercooler.