El hombre del partido. Juve affossata a Barcellona

El hombre del partido. Ne segna due, il primo a pochi secondi dall’intervallo, finalizzando in maniera eccellente uno splendido uno-due nello stretto con Suarez, che manda fuori giri l’intera difesa bianconera. Il secondo, quello che fissa il risultato sul tre a zero, a metà della ripresa dopo una serpentina delle sue al limite dell’area di rigore, chiusa con un sinistro angolato ad incrociare che lascia immobile Buffon. In mezzo il comodo raddoppio di Rakitic, originato da una fuga sulla destra della “Pulce” che mette al centro un cross sul quale, a pochi metri dalla linea di porta, l’intervento maldestro di Sturaro fornisce al croato il più delizioso degli assist. A completare il quadro, il tabellino evidenzia un legno sempre centrato dal tizio con la 10 bluagrana sulle spalle e “dulcis in fundo” (si fa per dire) una rete annullata a Suarez che ai più era sembrata regolare.

L’esordio della Juve in Europa è da incubo: tre reti incassate, tante quante esattamente ne aveva subite nell’intera edizione della Champions dello scorso anno, al netto della disfatta di Cardiff in finale. Di fatto, il fortino bianconero resiste in Catalogna per un tempo, fino a quando Messi non si ricorda di essere Messi e decide di imporre il proprio marchio sulla gara.

L’iniziale 4-3-3 di Allegri, forse meglio declinato in un 4-3-2-1 ad albero di Natale, prevede davanti a Buffon la difesa a quattro con De Sciglio, Barzagli, Benatia e Alex Sandro, linea di mediana composta da Pjanic, Betancur e Matuidi, in attacco Dybala e Douglas Costa a supportare il lavoro di Higuain punta centrale.

Il predominio del Barcellona è netto, ma non trova sbocchi fin quando la Juve resta concentrata. Tuttavia, i limiti dei Campioni d’Italia nell’impostazione del gioco sono evidenti: i bianconeri in uscita dalla propria area faticano non poco, il pallone circola spesso in orizzontale, mancano quelle soluzioni verticali che nel recente passato avevano caratterizzato la manovra in fase di inizio azione. Nella sostanza, Pjanic è spesso costretto a indietreggiare di una ventina di metri per dare il via alle operazioni di costruzione, cosicché la squadra perde un tempo di gioco diventando prevedibile e permettendo agli avversari di occupare tutti gli spazi a centrocampo e di agire, in conseguenza di ciò, in situazione di superiorità numerica. In fase di non possesso, gli esterni di difesa (De Sciglio ed Alex Sandro, nella circostanza) mostrano tutti i limiti di questo per loro non esaltante avvio di stagione; Barzagli fa quel che può, Benatia non ripete la buona prestazione fornita pochi giorni fa contro il Chievo. In mediana, Matuidi sembra ancora non perfettamente inserito nei meccanismi di squadra, e sulla destra Douglas Costa al momento appare più bello che utile.

Nella ripresa, l’ingresso di Bernardeschi al posto di Betancur, con il conseguente cambio di modulo (4-2-3-1, con l’ex viola ad agire sulla sinistra e la coppia Pjanic-Matuidi in mediana), non sortisce l’auspicato cambio di passo.

Finisce 3 a 0, nulla di compromesso essendo solo la prima giornata disputata per di più sul non facile terreno del Camp Nou, ma sarebbe sbagliato far finta di non vedere limiti e punti di debolezza. C’è tempo e modo per porre rimedio: l’inserimento di Howedes al centro della difesa, la crescita di alcuni uomini (Alex Sandro in primis), l’ambientamento di Matuidi e Douglas Costa, il recupero degli infortunati (Khedira, Mandzukic e Chiellini).

Attendiamo con fiducia tempi migliori, e un pronto riscatto domenica all’ora di pranzo in casa del Sassuolo.

FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!