2018

Scappa via il 2017, e lascia il posto alla maturità del nuovo millennio che compie il suo 18esimo anno di età. Il 2017 ci lascia in dote i soliti problemi, nuove angosce, vecchi affanni e incertezze e, forse, qualche speranza in più a cui aggrapparci, racchiusa nell’auspicata maturità. Un secolo fa, l’anno nuovo coincideva con la fine del primo conflitto mondiale: cento anni dopo, guerre non dichiarate devastano il pianeta, in un drammatico contrappasso temporale. Tra poche ore, il 2018 avrà il compito di essere migliore del precedente, solo questo. Tutto qui. Sulla carta, non ci vuole molto.

E dunque…

Auguri a chi continua a lottare per vedere realizzati i propri sogni nel cassetto.

Auguri a chi, non avendo più sogni né cassetti, decide comunque di guardare avanti. Spesso navigando a vista tra i marosi. Continuando a naufragare a testa alta.

Auguri a chi non riesce più a guardare avanti, perché si sente fuori posto in un mondo che non riconosce più. E ha perso ogni speranza. E vive di nostalgia.

Auguri a chi, nonostante tutto, questo mondo vuole provare a cambiarlo. E magari a miglioralo.

Auguri a chi, di questo mondo, proprio ne ha le scatole piene. E, tutto sommato, non gliene frega più un cazzo.

Auguri a chi un anno fa, in queste ore, sperava in un 2017 diverso. Ed è rimasto deluso, come sempre.

Auguri a chi, al contrario, ha avuto un 2017 diverso. E magari non se ne è accorto, perché gli è parso tutto troppo “normale”.

Auguri a chi vive di rimpianti e di rimorsi. O di successi e soddisfazioni. Oppure sta esattamente nel mezzo.

Auguri a chi, ogni anno, inizia con buoni propositi e poi è costretto a scontrarsi con la realtà.

Auguri pure a chi della realtà se ne fotte.

Auguri a chi ha perso tutto e, nonostante tutto, ha ancora la forza per ricominciare.

Auguri a chi a ricominciare non ci pensa proprio. Per rassegnazione o perché, tutto sommato, gli va bene così.

Auguri a chi brinda al 2018 come a un anno di cambiamenti.

Auguri a chi ai cambiamenti non ci crede più. E anzi ne ha paura.

Auguri a chi vuole scappare, anche da se stesso. A chi è solo. E a chi, invece, la solitudine la cerca e non la trova.

Auguri a chi non ne può più di scappare. E cerca un approdo dove mettere finalmente radici.

Auguri a chi vive di ricordi, a chi i ricordi li ha cancellati, a chi vive di illusioni, a chi non ha più neppure quelle.

Auguri a chi “in fondo, gli anni sono tutti uguali”. E soffre di malinconia e disillusione.

Auguri a chi si accontenta, che “per fortuna gli anni sono tutti uguali, e meno male che non cambia nulla”.

Auguri agli ottimisti, a chi guarda sempre al bicchiere mezzo pieno.

Auguri anche ai pessimisti, agli insoddisfatti perenni, a chi va sempre tutto storto.

Auguri a chi brinda a champagne ma, soprattutto, a chi si fa bastare un bicchiere di gassosa in una mensa dei poveri.

Auguri agli ammalati, agli anziani, ai disoccupati, ai carcerati, ai derelitti. Auguri a chi soffre. E auguri a chi spende la propria vita per assisterli.

Auguri a chi, svegliandosi il 1° gennaio, si accorgerà che non è cambiato proprio nulla. E a chi, invece, guarderà alla vita con occhi e spirito diversi. Provando a crederci. O illudendosi di farlo.

Auguri agli immigrati, a chi fugge dalle guerre, a chi una casa e un lavoro non ce l’ha, a chi sopravvive di espedienti.

Auguri a chi ha una famiglia e a chi l’ha persa.

Auguri agli innamorati e a chi non lo è mai stato.

Auguri alle donne, a quelle maltrattate, a quelle coraggiose, a quelle umiliate, a quelle vittime di amori sbagliati. A quelle che non ci sono più e che continuano ad essere presenti più di prima.

Auguri ai bambini. A quelli che hanno la fortuna di giocare. A quelli che la vita li costringe a crescere troppo in fretta.

Auguri a chi riesce ancora a commuoversi, a emozionarsi, a chi non ha vergogna di piangere, a chi non nasconde le proprie debolezze e fragilità. Alle donne e agli uomini che vivono di sentimenti.

Auguri a chi ride e si fa beffe della malasorte.

Auguri a chi non ha più nulla da chiedere, perché ha già avuto tanto.

Auguri a chi continua a chiedere poco senza ricevere nulla. Perché nulla finora ha avuto.

Auguri a chi “è finito un anno di merda, e ne inizia un altro di merda”.

Auguri a chi sa tutto, è sempre sul pezzo, si sveglia col sorriso e va a dormire soddisfatto.

Auguri a chi arriva sempre un attimo dopo, ha il broncio perenne, sbaglia il tempo e le scelte, e la notte non prende sonno ripensando ai propri errori.

Auguri a chi non si rende conto della fortuna che ha, a chi non sa apprezzare la semplicità, a chi chiede troppo e finisce per non ottenere niente perdendo un po’ per volta quel tanto che possiede.

Auguri ai giovani. A quelli che continuano a sentirsi giovani. A quelli che non sono mai cresciuti. A quelli che si ostinano a non voler crescere.

Auguri agli immaturi, e alla sperata maturità racchiusa nel numero 18 del nuovo anno.

Auguri anche agli insicuri, a chi cerca di migliorarsi senza riuscirci, a chi rispetta troppo gli altri.

Auguri anche agli altri…