Pre-finale Champions Juventus-Barcellona

Post del 04/06/2015.

Sarà la mia settima finale, in pratica mi sono perso sinora soltanto quella del ‘73 persa 1 a 0 contro l’Ajax, ma sono giustificato, avevo solo 3 anni peraltro neppure compiuti.

Ricordo benissimo le lacrime dell’83 ad Atene contro l’Amburgo, eravamo favoritissimi e perdemmo ancora per 1 a 0, ci punì Magath con un tiro dalla distanza all’ottavo del primo tempo. Facevo le scuole medie, ricordo nitidamente la bara di cartone bianconera che il giorno dopo alcuni ragazzi portavano a spalla davanti alla scuola.

Lacrime e rabbia.

Poi arrivò l’85 e l’Heysel di cui ho già scritto in occasione del trentennale: vittoria con tristezza infinita incorporata e una gioia soffocata persino per un bambino che con difficoltà indicibile faceva fatica a comprendere le ragioni di quella immane tragedia.

Successivamente un lungo periodo di digiuno fino al ‘96 quando contro l’Ajax l’Olimpico di Roma si tinse finalmente di bianconero in un mercoledì sera di maggio, la sofferenza dei calci di rigore, poi la gioia irrefrenabile scatenata in piazza per tutta la notte, l’immagine di Vialli urlante che alza la coppa dalle grandi orecchie al cielo.

Nei due anni successivi, il ‘97 e il ‘98, ancora delusioni cocenti. La sentivamo già nostra, soprattutto a Monaco di Baviera contro un Borussia Dortmund infarcito di ex nostri giocatori. Invece andò malissimo, come malissimo finì l’anno successivo, puniti da un goal in fuorigioco contro il Real Madrid.

L’ultima delle mie delusioni “finali” e’ datata 2003 a Manchester, teatro Old Trafford, contro un Milan sopraffatto nettamente in campionato ma vincente ai rigori nella notte inglese.

Rabbia e delusione, oltre alle immancabili lacrime.

Ora per la settima finale mi attende il Barcellona, team infarcito di campioni, di tecnica e di storia. Partiamo sfavoriti al di là della cabala e delle scaramanzie.

L’attesa come sempre la vivo malissimo, irrequieto, nervoso, ansioso, irascibile, scontroso. E’ come se dovessi scendere in campo anche io. Ma forse, anzi certamente, il bello del calcio e’ anche questo.

La divisa e’ pronta, sciarpa e bandiera pure. E anche le lacrime, comunque vada…….