Strage di Nizza e golpe in Turchia. Dubbi e anomalie

I lati oscuri e per nulla chiari delle tragiche vicende che hanno sconvolto l’Europa negli ultimi 3 giorni, suggeriscono di adottare la massima prudenza nell’esternare giudizi e valutazioni.

La carneficina di Nizza, dove 84 persone hanno perso la vita sulla Promenade, non è ancora stata rivendicata dall’Isis; il fallito colpo di Stato in Turchia, che fino a ieri notte sembrava aver sancito la fine dell’era politica di Erdogan, ha di fatto conclamato i poteri ancora più accentuati dell’uomo forte di Ankara.

Il Presidente francese Hollande si è affrettato a dichiarare che il franco-tunisino autore della strage di Nizza nella notte dei festeggiamenti per la ricorrenza della Presa della Bastiglia, era organico all’Islam terroristico: notizia non del tutto confermata dai servizi di intelligence transalpini né da alcun elemento riconducibile allo stesso individuo. Anzi, per molti versi addirittura smentita da fonti governative d’Oltralpe. L’Isis, come già detto, non ha rivendicato l’attentato; nel frattempo si è scatenata sui media la foga giustizialista che invocava, in maniera più o meno esplicita, reazioni pesanti e controffensive politiche e militari.

Prudenza, la situazione suggerisce massima prudenza.

Quella stessa prudenza che tanti opinionisti televisivi hanno dimenticato di adottare quando intorno alle 3 del mattino avevano dato Erdogan per spacciato e al capolinea della sua epopea politica. Eppure, la mancanza di prese di posizione chiare delle diplomazie internazionali (Usa, Russia, Germania) nei momenti caldi del golpe, doveva indurre a coltivare qualche dubbio circa la veridicità di un’operazione “nebulosa” che, dopo aver lasciato sulla strada almeno 90 cadaveri, ha finito per consegnare al Califfo turco poteri adesso quasi illimitati.

L’attentatore di Nizza pare che con l’Islam non avesse a che fare nemmeno di striscio, la pseudo rivolta turca dei militari e’ durata lo spazio di una notte. Cosa si nasconde dietro le manovre oscure che insanguinano il cuore dell’Europa e la porta del continente verso la Siria, l’Iran e l’Iraq? Perché Usa e Russia, non proprio tenere negli ultimi tempi con Erdogan, nelle ore calde del golpe si sono affrettate a dichiarare il proprio sostegno a favore del governo democraticamente eletto? E in Francia, nel caos generale, come ci si difenderebbe dall’imbarazzo e dalla sensazione d’impotenza se, come appare, non emergessero collegamenti tra il carnefice del tir e la jihad? Dalle prime indiscrezioni, sembrerebbe che l’autore della strage sia riuscito ad accedere ai luoghi dei festeggiamenti dichiarando che il suo gigantesco tir trasportava gelati….

Per il momento le uniche e sole certezze sono le vittime complessive, quasi 200 tra Francia e Turchia, con un bilancio destinato inevitabilmente a crescere considerato il numero dei feriti e dei dispersi.

In Turchia e’ iniziato il giro di vite, arresti e limitazioni delle libertà individuali, Erdogan sempre più saldo in sella ha beneficiato di un’azione quasi come se l’avesse pianificata a proprio uso e consumo. Retorica da trionfatore e populismo elargito in doti massicce.

E in Francia cosa accadrà?

Prudenza, occorre massima prudenza per decifrare gli effetti nel breve e medio periodo.

Diffidando delle apparenze e delle soluzioni troppo scontate.