L’affaire Higuain e lo strano concetto di “torto” di De Laurentiis

I malumori dei tifosi napoletani in seguito alla cessione di Higuain alla Juve, trovano risposta nell’equivoco dialettico e concettuale generato pochi giorni prima della conclusione dell’affare dal presidente dei partenopei Aurelio De Laurentiis.

A margine della riunione di Lega, il 18 luglio scorso, il proprietario del Napoli aveva dichiarato, tra le tante cose dette, che “la Juventus è una società di razza, non farebbe mai il torto di pagare la clausola e prendere il giocatore”.

Ecco, l’equivoco sta tutto qui. Il considerare il pagamento della clausola un “torto”.

Ma per quale ragione dovrebbe essere considerato un “torto” sostenere da parte acquirente il prezzo previsto da un contratto e per giunta quantificato dalla parte venditrice in tempi non sospetti? Che “torto” è corrispondere una cifra fissata dal proprietario di un bene per accaparrarsi le prestazioni di quel bene? Il mercato, si può essere d’accordo o meno, funziona così: chi detiene la proprietà di qualcosa ne fissa il prezzo; quel prezzo risulterà efficace e realistico solo quando qualcuno deciderà di sostenerlo, ovvero quando domanda e offerta si incroceranno.

In altre parole, posso decidere di fissare il valore del mio paio di scarpe preferito a un milione di dollari, ma fin quando nessuno deciderà di comprare quelle scarpe quel prezzo sarà solo un valore fittizio. E resterà tale solo fino al momento in cui qualcuno non si convincerà a sostenerlo, perché in quel caso dovrò venderle, piaccia o no.

Il concetto di “torto” è pertanto completamente fuori luogo, e tradisce una visione provinciale e poco professionale di intendere le cose. Oltre a stimolare come diretta conseguenza, fatto ben più grave, le reazioni scomposte e irrazionali dei tifosi. Non c’è stato dunque alcun ratto o furto o furbata, nella fattispecie è stato legittimamente deciso di sostenere un onere altrettanto legittimamente fissato da chi deteneva la titolarità del cartellino dell’atleta. Con il beneplacito di quest’ultimo.

Il resto sono chiacchiere e tabacchiere di legno, e a Napoli questo dovrebbero saperlo bene….