Tango argentino contro la Lazio

A testimonianza e conferma che la sconfitta subita a Firenze era da ascrivere per lo più al classico calo di concentrazione, la Juve conquista la sua 27esima vittoria consecutiva allo Stadium contro la Lazio, ribadendo un paio di concetti che nel corso della stagione hanno trovato puntuale applicazione: 1) dopo ogni battuta d’arresto, tutte sostanzialmente maturate per approccio mentale sbagliato alla gara e mai per manifesta superiorità dell’avversario di turno, i bianconeri hanno sempre risposto alla grande nell’incontro successivo; 2) la Juve ha nettamente a disposizione l’organico più forte e completo del campionato, può disinvoltamente utilizzare diversi moduli di gioco a seconda delle esigenze di giornata (squalifiche, infortuni e avversario di turno) e, senza particolari patemi d’animo, conquisterà a fine stagione il sesto scudetto di fila, 35esimo nel computo complessivo.

Contro la Lazio, artefice di un’ottima stagione, Allegri festeggia la sua 300esima panchina tra i professionisti sorprendendo tutti e schierando una formazione a netta trazione anteriore. Nel 4-2-3-1 trovano posto, davanti a Buffon, Lichtsteiner a destra, Bonucci e Chiellini coppia centrale, e Asamoah a sinistra. A far da schermo al reparto difensivo il duo Pjanic-Khedira, sulla trequarti Cuadrado, Dybala e Mandzukic a supportare l’unica punta Higuain. Modulo di fatto privo di un playmaker, con i tre dietro al Pipita impiegati nel doppio compito di sostenere l’azione d’attacco e ripiegare in fase di non possesso. In sostanza, Pjanic, Dybala, Mandzukic Cuadrado e Higuain contemporaneamente in campo dal primo minuto: chi temeva una squadra in sofferenza per mancanza di equilibrio è stato smentito, perché la Juve fornisce una prova convincente, a tratti spettacolare, condita da un bel gioco e sorretta da una invidiabile condizione atletica. Idee chiare, manovra scorrevole, buon possesso e giro-palla spesso a un tocco. Chapeau.

La partita è, in tutto e per tutto, un monologo bianconero. La Lazio, contro la quale giocare è sempre un piacere, accusa sin dall’avvio la difficoltà di arginare la potenza offensiva bianconera, le diverse soluzioni che la manovra juventina riesce a sviluppare per vie centrali e sulle fasce, l’insistito possesso palla e il dinamismo che Mandzukic e compagni riescono ad imprimere con disarmante efficacia. Non a caso, dopo neppure cinque minuti i Campioni d’Italia sono già in vantaggio: l’azione che sblocca la sfida si sviluppa sulla corsia di destra, dove Lichtsteiner mette al centro un pallone teso che Mandzukic addomestica di testa per l’accorrente Dybala che al volo a filo d’erba dal limite dell’area spedisce in rete alle spalle di Marchetti. Goal bello e importante, che ha il merito di indirizzare la gara sui binari giusti e di restituire fiducia al gioiellino bianconero, beccato dalle critiche dopo gli errori sotto porta di Doha e Firenze. Anche la rete del raddoppio, dodici minuti dopo, presenta un paio di elementi comuni con il goal sblocca-risultato: l’azione, come in occasione della prima marcatura, si sviluppa anch’essa sulla corsia di destra, dove Cuadrado mette al centro un traversone sul quale l’altro argentino, il Pipita Higuain, ruba il tempo al proprio marcatore realizzando il suo 14esimo centro in campionato. Juve in scioltezza, Lazio non pervenuta e gara di fatto in ghiaccio.

Nella seconda frazione i bianconeri decidono di impostare la gara in modalità “controllo”, limitandosi a tenere palla e verticalizzando il gioco solo quando la Lazio concede gli spazi per poterlo fare. In un paio di circostanze Dybala potrebbe arrotondare il risultato, ma in entrambe le situazioni non trova, seppur di poco, lo specchio della porta. I biancocelesti provano a riaprire l’incontro, ma Buffon rimane inoperoso per tutti i 90 e passa minuti. Nel finale, poi, il subentrato Pjaca potrebbe realizzare il suo primo goal in campionato, ma il colpo di testa da ottima posizione sorvola di poco la traversa. Tra i migliori, da segnalare Mandzukic e il suo spirito di sacrificio, Higuain per il goal e le giocate (suo lo splendido assist che nel secondo tempo aveva messo Dybala a tu per tu con il portiere laziale), Pjanic per ordine e senso della posizione, Dybala in crescita, Cuadrado e Asamoah per il lavoro svolto sulle fasce. Qualche amnesia difensiva per Bonucci, che deve ancora smaltire i postumi dell’infortunio che per diverse settimane lo ha tenuto distante dal terreno di gioco.

Finisce 2 a 0, doppia marcatura argentina, riscattato il passo falso contro la Fiorentina e ristabilite le giuste distanze in classifica, in attesa della sfida serale tra Roma e Cagliari e del recupero della partita con il Crotone, previsto per l’8 di febbraio. Nel frattempo, mercoledì allo Stadium torna di scena la coppa Italia, con lo scontro ad eliminazione diretta in gara unica dei quarti di finale contro il Milan, sconfitto ieri a domicilio dal Napoli. Fondamentale tenere alta la concentrazione per guadagnare l’accesso alle semifinali e regolare i conti con i rossoneri, dopo le sconfitte maturate a San Siro e in Qatar. Poi, domenica prossima, delicata trasferta in casa del Sassuolo, autentica bestia nera per mister Allegri. Per continuare la marcia verso il sesto titolo consecutivo.

FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!