Un tempo può bastare: la Juve “grandi firme” vola in semifinale di Coppa Italia

Al terzo incrocio stagionale tra Juve e Milan, non c’è praticamente né storia né partita ma…solo nel primo tempo. I bianconeri conquistano l’accesso alle semifinali di Coppa Italia, riscattando il doppio k.o. subito dai rossoneri in campionato a San Siro e nella finale di Supercoppa Italiana in Qatar, sfoderando una prestazione super nei primi 45 minuti di gara. Perché, dopo aver letteralmente dominato la prima frazione di gioco, nella ripresa è il Milan a fare la partita sfiorando una clamorosa rimonta in inferiorità numerica.

Nel “fortino” Stadium, Allegri ripropone la stessa formazione “grandi firme” che domenica scorsa aveva surclassato la Lazio. In opposizione al 4-3-3 milanista, la Juve ripropone il 4-2-3-1 con Neto portiere di coppa, retroguardia a quattro composta da Barzagli e Asamoah sugli esterni e Bonucci e Rugani centrali, Pjanic e Khedira a fare da frangiflutti davanti alla difesa, Cuadrado, Dybala e Mandzukic sulla trequarti con compiti di impostazione e ripiegamento sulle fasce, e Higuain unico terminale offensivo. Il cliché della sfida ricalca in tutto e per tutto lo stesso leit motiv della gara con la Lazio: i bianconeri partono forte e aggrediscono gli avversari con pressing e raddoppio di marcature in tutte le zone del campo, la manovra e il giro palla si sviluppano a ritmi elevati, il gioco si sfoga sugli esterni dove Asamoah a destra e Cuadrado sul versante opposto creano superiorità numerica favorendo gli inserimenti centrali di Pjanic e Khedira. Il forcing bianconero trova il giusto compimento dopo dieci minuti, solo che a differenza della gara di domenica scorsa, stavolta l’azione si sviluppa sulla sinistra, dove uno scatenato Asamoah mette palla al centro, Cuadrado la smorza di tacco per Dybala che di destro, piede a lui meno congeniale, fulmina al volo Donnarumma. Il notevole tasso tecnico della Juve, esaltato dal modulo che prevede la contemporanea presenza in campo di tutti i pezzi da novanta, ha il merito di favorire l’imprevedibilità della squadra, di non fornire punti di riferimento agli avversari e di proporre svariate soluzioni offensive di difficile lettura per chi difende. Non a caso, mentre con la Lazio, domenica scorsa, entrambe le reti erano scaturite da giocate sviluppate sulla corsia di destra grazie ai cross di Lichtsteiner e Cuadrado, questa sera, con lo stesso modulo i goal sono maturati da azioni costruite a sinistra. Infatti, anche la seconda marcatura, pur se realizzata con un magistrale calcio di punizione di Pjanic, è da ricondurre ad un’altra incursione di Asamoh, che al 20esimo dopo essersi involato sulla sua fascia viene atterrato ai limiti dell’area di rigore: da quella posizione Pjanic è una sentenza, e grazie alla specialità della casa del talento bosniaco a metà primo tempo la Juve è già sul doppio vantaggio e con più di un piede in semifinale.

Ma ogni sistema di gioco ha i suoi contro, e quando nella ripresa la squadra di Allegri prova a inserire la modalità “controllo gara” come contro la Lazio, i limiti nella gestione del risultato, stavolta, affiorano prepotentemente. Il Milan, probabilmente redarguito da Montella negli spogliatoi, entra in campo con un altro piglio, comincia a giocare la partita con maggiore iniziativa e, complice una Juventus troppo rinunciataria, trova il goal che accorcia le distanze dopo otto minuti con Bacca, abile nello scaraventare in rete un pallone mal controllato a centro area da Khedira. Partita inaspettatamente in bilico, Milan di nuovo in corsa se non fosse che, dopo neppure un giro d’orologio, Locatelli, il baby prodigio artefice della rete capolavoro di San Siro, commette un brutto fallo su Dybala, rimedia la seconda ammonizione della sua gara ed è costretto ad abbandonare il terreno di gioco lasciando i compagni in dieci. Sembrerebbe finita, invece…i rossoneri ci credono, si risistemano in campo trovando equilibrio tra i reparti e sfiorano il clamoroso pari su un bolide di Kucka sventato in corner da Neto. La Juve si scuote, sfiora la terza rete in più di un’occasione con Mandzukic, Allegri sostituisce Dybala con Alex Sandro passando ad un più misurato 4-4-2 ma, nonostante ciò, il risultato rimane in forse fino al 90esimo perché il Milan si gioca il tutto per tutto anche grazie al neo-acquisto Deulofeu subentrato a Bacca.

Finisce 2 a 1, la Juve conquista la semifinale di Coppa Italia dove incontrerà il Napoli nella doppia sfida di andata e ritorno, il Milan esce a testa alta dallo Stadium in virtù della reazione mostrata nel buon secondo tempo disputato, per giunta, con un uomo in meno. Per i bianconeri da rimarcare i primi 45 minuti conditi dalla duttilità del modulo utilizzato (che fornisce, grazie alla tecnica e al sacrificio degli interpreti utilizzati, svariate soluzioni offensive), dall’instancabile pressing e dall’ottima copertura di tutte le zone del campo. Nella prima frazione di gara, straripante la prestazione di Asamoah, impeccabile Pjanic, preziosissimo Mandzukic, attento e concentrato il reparto difensivo, devastante Dybala. Nota negativa: forse un modulo a forte trazione anteriore, con tutto il dispendio di energie che comporta, può essere supportato dalla squadra per limitate frazioni di gara.

Appuntamento a domenica prossima, per la sfida di campionato in casa del Sassuolo.

 

FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!!