La Juve si impone allo Scida di Crotone e scappa in classifica

Partiamo da un assunto, non sempre unanimemente condiviso: il calcio è una scienza esatta. Perché, oltre alla tecnica, alla preparazione atletica e alle conoscenze tattiche, incide non poco la condizione psicologica con la quale si affronta l’avversario di turno. Ovvero, puoi essere molto più forte e quotato sulla carta, ma le partite le devi giocare tutte adeguandoti mentalmente al clima e all’ambiente che di volta in volta ti trovi a fronteggiare. Succede, quindi, che contro formazioni blasonate e attrezzate, l’adrenalina e le motivazioni siano ovviamente superiori rispetto a quando, viceversa, il calendario ti propone un incontro meno stimolante in virtù del tasso tecnico inferiore che esprime l’avversario di giornata. In queste gare, chi si presenta con i galloni della prima della classe, pluriscudettata e in corsa per obiettivi stagionali prestigiosi tra cui la Champions League, può facilmente incorrere nella più clamorosa delle figuracce. D’altronde, se vinci fai il tuo, se malauguratamente perdi, succede il finimondo. Facile disamina, che da sempre caratterizza e condiziona le sfide cosiddette “testacoda”, fornendo alibi e giustificazioni quando, e non di rado succede, il risultato smentisce i facili pronostici della vigilia e celebra le imprese della “cenerentola” di turno. E’ il bello del calcio, la sua magica imprevedibilità, la favola di Davide contro Golia, della capacità unita alla fortuna di buttare il cuore oltre l’ostacolo e fare risultato da sfavoriti. Perché, dunque si tratta di un assunto? Semplice: perché quelle particolari condizioni psicologiche enunciate in apertura di pezzo, si verificano sempre!

Con tali premesse, la Juve in terra di Calabria scende in campo all’Ezio Scida a distanza di undici anni (all’epoca in serie B, in pratica un secolo fa) per recuperare il turno di campionato di fine dicembre, quando l’infausta sfida di Supercoppa Italiana contro il Milan ne aveva imposto lo slittamento. Allegri opta per un ampio turnover, sostituendo cinque titolari su undici rispetto alla gara di domenica scorsa contro l’Inter, senza tuttavia rinunciare al 4-2-3-1, modulo tattico super offensivo dell’ultimo mese. Certo, parlare di turnover tra titolari e riserve appare del tutto improprio e fuori luogo, considerata l’abbondanza bianconera in rosa: davanti a Buffon, coppia centrale composta da Bonucci e Rugani con il rientrante Dani Alves a destra e Asamoah a sinistra, tandem di mediani formato da Rincon e Khedira, trequarti allestita con Pjaca, Dybala e Mandzukic a far gioco alle spalle del “puntero” Higuain. Nella sostanza, difesa rivoluzionata con Dani Alves, Rugani e Asamoah al posto di Lichtsteiner, Chiellini e Alex Sandro, centrocampo e linea avanzata con gli esordienti dal primo minuto Rincon e Pjaca in luogo di Pjanic e Cuadrado.

Contro un Crotone abbottonatissimo, concentrato esclusivamente sulla fase difensiva con undici uomini dietro la linea della palla, la Juventus fatica per tutto il primo tempo a creare gioco e trovare gli spazi giusti per scardinare la retroguardia calabrese. In aggiunta, quelle motivazioni e quegli stimoli di cui si faceva accenno in premessa, condizionano non poco lo sviluppo della manovra e il conseguente palleggio dell’undici di Allegri, consegnandoci una gara dai ritmi bassi e tutt’altro che spettacolare. Bisogna infatti attendere il 45esimo per il primo vero squillo bianconero, quando il pallonetto di Dybala viene salvato sulla linea di porta da un difensore avversario. Nei numeri e nel possesso palla non c’è gara, ma i calabresi chiudono tutti i varchi, rinunciano a ripartire e, a conti fatti, riescono nell’impresa di bloccare sul nulla di fatto le “bocche di fuoco” juventine per tutto il primo tempo. Il bunker del Crotone resiste per un’ora di gioco esatta, perché al 15esimo della ripresa, su un traversone di Dani Alves, il colpo di testa di Asamoh viene ribattuto da Cordaz e da posizione angolata Mandzukic si avventa sulla sfera sbloccando con un diagonale il risultato. Vantaggio Juve e gara in discesa, tant’è che dopo appena un quarto d’ora Higuain, liberato in verticale da un bel tocco di Rincon, mette a sedere il portiere e deposita in rete il pallone del definitivo 2 a 0. Il Crotone a reagire non ci prova neppure, anche perchè non dispone degli strumenti necessari per impensierire il reparto difensivo dei Campioni d’Italia: Buffon resta inoperoso per tutti i 90 e passa minuti, anzi nel finale i subentrati Barzagli e Pjanic confezionano la palla per arrotondare il risultato, ma la volée del bosniaco si stampa all’incrocio dei pali. E visto che, alla fine, ciò che conta è il risultato, soprattutto in gare che per caratteristiche sono poco inclini allo spettacolo, va bene così.

Finisce in festa, con i raccattapalle crotonesi che al triplice fischio circondano i campioni bianconeri per le foto ricordo a conclusione di una giornata memorabile. Con i tre punti conquistati allo Scida, la Juve riporta a sette le lunghezze di distanza dalla Roma seconda in classifica, e a nove dal Napoli terzo. Ora, appuntamento a domenica sera per il posticipo in casa del Cagliari, penultimo confronto di campionato prima della sfida di andata degli ottavi di Champions in casa del Porto. Quando si ricomincerà a fare sul serio.

 

FINO ALLA FINE!!! FORZA JUVE!!!!