Farneticazioni planetarie

Nuovi pianeti nell’universo, vecchie galassie in continua espansione nell’atomizzata sinistra italiana, ipotesi di vita nel sistema solare gemello, vite incerte e tormentate nel PD. Nebulose e buchi neri, stelle nane e onnipresenti ballerini, scienziati e ricercatori scrutano l’universo distante 40 anni luce, funzionari e dirigenti di partito fanno i conti con fratture e scissioni maturate negli ultimi 28 anni, dalla Bolognina in poi. Dirigenti dirigibili e digeribili, buoni per stomachi pelosi assuefatti ai cambi direzionali da “revolving doors”.

“Venghino, siori, venghino”, il circo è sempre aperto, effetti speciali e nuovi equilibrismi, fenomeni da baraccone e viaggi interstellari alla scoperta di nuovi orizzonti e territori elettorali inesplorati. Ultimo “stadio” inteso come ultima spiaggia e non solo. Polvere di stelle e Raggi opachi sulla Capitale, il buio cosmico inghiotte tutto e tutti. Non si fanno prigionieri nelle rinnovate “guerre pentastellari”, nell’eterno balletto delle sperimentazioni improvvisate. Si naviga a vista, come a bordo di estemporanee navicelle spaziali alla ricerca dell’isola che non c’è. In effetti manca l’isola, ma in compenso ci sono 7 nuovi pianeti, 7 colli e 7 re nella città delle Olimpiadi mancate e dello stadio eterno, 7 spose per 7 fratelli, 7 vizi capitali, 7 virtù, 7 Sacramenti, 7 meraviglie del mondo; e ancora 7 come i nani di Biancaneve, 7 i magnifici che ritornano e 7 quelli dell’Orsa Maggiore, 7 pure i fratelli Cervi, 7 le note musicali e i giorni della settimana, 7 le inesauribili vite dei gatti, 7 gli anni di sfortuna quando si rompe uno specchio, 7 le camicie sudate e, dulcis in fundo, 7 angeli suoneranno 7 trombe nell’annunciare la fine del mondo.

A proposito, “A che ora è la fine del mondo?” Non si sa, ma nessun problema, sarà “taggata” su Facebook e opportunamente “ritwittata”, nessuno sarà lasciato indietro, e le foto verranno “postate” in tempo reale su Instagram. L’importante è stare svegli e vigili, i sogni sono parentesi della vita esattamente come la pubblicità che interrompe i programmi tv. Programmi…che programmi avete per il week end? Tv, pantofole e divano, la spesa sabato mattina, pizza alla sera e chiesa la domenica? Ma certo, e domenica tanta verdura a pranzo perché gli gnocchi solo al giovedì: cetrioli in primis, secondo la ben nota parabola dell’ortolano. Menù vegano come nella migliore tradizione culinaria del pianeta Vega: abolite le carni rosse, preferiti gli elettori rossi da sacrificare allo spiedo.

“Signori, in carrozza! (come la mozzarella, quella di bufala)” E che bufale! Viaggio di sola andata, destinazione ignota. La rotta è segnata, l’esito del viaggio assai incerto, il rischio è di sbattere contro un satellite vagante e fuori controllo. Come? Pure i satelliti? Vogliamo parlare dei satelliti, quelli presenti nella Via Lattea e quelli nascenti da improvvise esplosioni cosmiche nell’arcipelago della sinistra? Sono milioni, tutti diversi tra loro, vivono tra noi e orbitano intorno a noi, e sono naturali e artificiali. Artificiali come i fuochi d’artificio, purché diversi dai fuochi di paglia. Quelli prendono fuoco subito e durano un battito di ciglia, come quando l’occhio è disturbato da una pagliuzza: beninteso, sempre l’occhio altrui, perché la trave nel proprio, di occhio, non si nota neppure.

Nelle traiettorie delle ex convergenze parallele si registrano distanze siderali, asteroidi in rotta di collisione nell’emisfero (anzi, nell’emiciclo di Montecitorio) dove si preannunciano esodi biblici e cambi di tute spaziali (pardon, casacche elettorali), mutazioni poco genetiche e mutanti alle prese con intime tribolazioni per non restare in mutande. Comete poco luminose, che vivono di luce riflessa come quella che certe stelle riescono a trasmetterci a distanza di anni luce. Meteore e meteoriti, “Sopravvissuti e sopravviventi”, fugaci apparizioni nella volta celeste, appena visibili nell’atmosfera terrestre. Marziani e replicanti, umanoidi e androidi esperti nell’arte della rigenerazione cellulare nell’assumere sembianze diverse a seconda dei casi e delle circostanze, pur restando simili a sé stessi in tutto e per tutto.

“Houston, abbiamo un problema”, la nave scuola “renziana” ha avuto un’avaria precongressuale, proprio come accadde all’Apollo 13 in rotta verso la luna 47 anni fa. L’ennesimo Big Bang, un’altra esplosione cosmica in assenza di corpi solidi, palloni gonfiati areostatici e gassosi, pronti a lasciarsi trascinare dal vento poco cosmico e molto terreno dello pseudo-cambiamento.

Noi, da qui, osserviamo a naso in su, lasciandoci spesso condizionare dalla luna indicata dallo stolto, senza approfondire a chi appartiene la mano che traccia la direzione. E, come in un noioso film già visto e obbligati nostro malgrado a riguardare, attendiamo con ansia la pubblicità, come di solito la notte confidiamo nel potere onirico dei sogni quale antidoto alla monotona ripetitività quotidiana, spesso odiosa alla pari di una cantilenante filastrocca: “Mentre andavo nelle Ardenne, vidi un uomo e 7 donne, ogni donna ha 7 sacche, ogni sacca ha 7 gatte, ogni gatta ha 7 gattini…”. Da qualche giorno, anche 7 pianeti e una nuova costellazione di corpi vaganti a sinistra…