Uno-due micidiale e la Juve espugna il “Do Dragao”

Certe notti…quelle notti, quando la navigazione su internet diventa frenetica alla ricerca di un sito dove guardare la Champions e seguire la Juve, beh…queste notti hanno un sapore speciale. E nonostante la diretta non sia fluida, nonostante le frequenti interruzioni video spezzettino il piacere di gustarsi la gara come meriterebbe, alla fine ciò che si riesce a cogliere riempie gli occhi di grande soddisfazione. Perché nella gara di andata degli ottavi di quella che una volta si chiamava Coppa dei Campioni, i bianconeri espugnano con un perentorio 2 a 0 il campo del Porto, al termine di una sfida ricca di insidie e pericoli, mettendo una seria ipoteca sul passaggio del turno.

E dire che, alla vigilia, il clima in casa bianconera non rasentava certo l’idillio, per usare un eufemismo: gli strascichi dello scontro verbale tra Allegri e Bonucci nell’ultima gara di campionato contro il Palermo, avevano indotto l’allenatore a escludere dall’undici titolare colui che, ad oggi, è senza ombra di dubbio uno dei migliori difensori centrali del mondo, dotato di grande senso tattico e di una capacità non comune di impostare la manovra partendo dal basso. Insomma, un giocatore moderno nell’interpretazione del proprio ruolo, un vero leader in campo, un pilastro del reparto difensivo che, in fase di impostazione, diventa l’elemento in più capace di sviluppare gioco e imbastire la manovra. Tuttavia, nelle società serie le regole e la disciplina valgono per tutti, cosicché con Bonucci relegato in tribuna, la sfida di Oporto, contro la formazione che ai preliminari di Champions aveva estromesso dalla competizione la Roma (seconda forza del nostro campionato), e per di più in un ambiente caldo come quello dell’Estadio Do Dragao, le premesse per la Juventus apparivano quanto meno poco tranquillizzanti.

Fermo sui propri principi tattici, Allegri schiera il modulo a trazione anteriore, il 4-2-3-1 con Buffon tra i pali, Lichtsteiner e Alex Sandro sugli esterni e i rientranti Barzagli e Chiellini coppia centrale, Pjanic e Khedira davanti la difesa, Cuadrado, Dybala e Mandzukic ad occupare l’intera trequarti avversaria e Higuain a far da solo reparto avanzato.

Che la Juve sia in serata di grazia lo si capisce sin dalle prime battute: la squadra tiene palla, mostra carattere e personalità, aggredisce la partita e corre a velocità doppia rispetto a quanto avviene nelle gare di campionato. Pochi i passaggi sbagliati (nel tabellino di fine incontro la percentuale di precisione è del 92%), fluida la manovra, disinvolto il fraseggio: insomma, tutta un’altra storia rispetto alla squadra sì vincente ma spesso svagata e disattenta delle esibizioni nella nostra serie A, ad ulteriore conferma che le motivazioni e gli stimoli riescono a produrre effetti mirabolanti sull’adrenalina e, conseguentemente, sul modo di approcciare le partite. Una Juve applicata nel prendere le misure all’avversario, disciplinata nelle distanze e vogliosa nell’imprimere il proprio ritmo nella circolazione e nel possesso palla, che a fine gara sarà addirittura del 70%.

La missione in Portogallo, benché, come già sottolineato, i bianconeri si siano dimostrati sin da subito superiori al Porto, è stata indiscutibilmente agevolata dall’ingenua espulsione rimediata per doppio cartellino giallo dall’ex interista Telles, che al 27esimo del primo tempo, in seguito ad un doppio fallo nel giro di una manciata di secondi prima su Cuadrado e poi su Lichtsteiner, si era autoescluso dal match lasciando i suoi in dieci. Da quel momento, in maniera pressoché stabile, la Juve ha piantato le tende nella metà campo avversaria, senza lasciare al Porto la possibilità di respirare né di ripartire. Ed è solo grazie ad un paio di interventi prodigiosi dell’ex Real Madrid Casillas e soprattutto al palo centrato in pieno da Dybala con un tiro dal limite, che il primo tempo si è chiuso sullo zero a zero. Nella ripresa, stesso cliché, con i padroni di casa tutti dietro la linea della palla e l’undici di Allegri ad attaccare in massa, sfruttando la verve di Alex Sandro sulla sinistra, le geometrie di Pjanic, gli inserimenti senza palla di Khedira, la fisicità di Mandzukic, i dribbling di Cuadrado, le giocate tra le linee di Dybala, la capacità di Higuain di far reparto da solo. Poi, però, come a volte capita nel calcio, sono le scelte dell’allenatore che imprimono la svolta alle partite. Difatti, i due subentrati che Allegri decide di mandare in campo, Pjaca e Dani Alves rispettivamente in sostituzione di Cuadrado e Lichtsteiner, colpiscono e affondano il Porto nel giro di un paio di minuti, dal 27esimo al 29esimo, con un micidiale uno-due: la sblocca Pjaca, al suo primo goal in maglia bianconera con un preciso diagonale dalla destra e la chiude Dani Alves, che su traversone di Alex Sandro stoppa di petto in area e al volo punisce Casillas. Portoghesi tramortiti, che rischiano di incassare la terza marcatura quando Khedira spedisce al lato di un nulla facendo la barba al palo.

Termina 2 a 0, qualificazione ai quarti ipotecata e ottima prova di carattere e mentalità dei bianconeri: in questa Champions la Juve potrà dire la sua se mantiene questa concentrazione e questo spirito di squadra.

Appuntamento a sabato sera allo Stadium contro l’Empoli, per centrare la 30esima vittoria consecutiva in casa e irrobustire il primato in classifica.

FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!