Serie A: diamo i numeri…

 

Dopo 20 giornate di campionato, la sosta post-natalizia offre l’opportunità di fare il punto su quanto visto finora in serie A. Nella prima stagione dell’era “Var”, il Napoli si è laureato Campione d’inverno, precedendo di una sola lunghezza in classifica la Juventus. Un solo punto di distacco che non basta a decifrare la differenza di filosofia, robustezza e organico delle rispettive contendenti allo scudetto in vista della volata finale. Ancor di più se si considera che l’unico scontro diretto sin qui disputato, ha premiato la sagacia tattica di Allegri, capace di espugnare con i bianconeri il San Paolo a Fuorigrotta. Lotta a due quindi, visto che le altre pretendenti al titolo, Roma e Inter in primis, nell’ultimo mese hanno fatto registrare un’evidente involuzione, allontanandosi dalle posizioni di vertice. Tra le due deluse, in crisi di gioco e risultati, si è insediata in classifica la Lazio, spumeggiante e concreta, plasmata a immagine e somiglianza del tecnico Simone Inzaghi. Più defilata l’Atalanta, ancora una volta squadra rivelazione del torneo.

Tornando a Napoli e Juve, la classifica non mette in luce alcuni dati apparsi palesi nel corso di questa prima parte di stagione, tra campionato, coppa Italia e impegni europei: la formazione di Sarri è stata eliminata dalla Champions e dalla coppa Italia, evidenziando non solo l’inadeguatezza di un organico poco attrezzato per competere su più fronti, ma, soprattutto, la mancanza di quella naturale propensione alla ricerca della vittoria della quale è carente nel dna. In più, la ripetitività nell’insistere ossessivamente con il medesimo modulo di gioco, rivelando un’incapacità di fondo nel proporre alternative tattiche a seconda dell’avversario di turno o del contesto di partita da disputare, rende il Napoli una formazione prevedibile, costretta a giocare sempre al massimo per fare proprio il risultato. Opposto il discorso per quanto attiene i bianconeri, che forti di un organico altamente competitivo, riescono a trarre beneficio dall’eclettismo tattico di Allegri; giusto per fare un esempio, nell’ultimo turno di campionato in quel di Cagliari, la Juventus ha cambiato per ben quattro volte modulo di gioco nella stessa partita, adattandosi di volta in volta alle diverse esigenze tattiche che, a causa di infortuni e situazioni di gara, richiedevano un’interpretazione diversa. Dal 4-3-2-1 iniziale al 5-3-2 finale, passando per il 4-3-3 e il 4-2-3-1.

Possono i numeri contribuire a spiegare dinamiche e risultati? Io credo di sì. E dunque, proviamo ad analizzare ai raggi x le ragioni per le quali la classifica riporta la configurazione sopra accennata. Il miglior reparto offensivo, con 49 reti realizzate, è appannaggio della Juventus, e il dato trova conforto nell’incredibile numero di attaccanti di qualità a disposizione di Allegri: Higuain, Dybala, Mandzukic, Douglas Costa, Cuadrado, Bernardeschi. In seconda posizione la Lazio del capocannoniere Immobile con 20 reti, terzo il Napoli. La squadra di Sarri è però quella che tira di più in porta (299 tiri totali, di cui 179 nello specchio). La Juventus, in questa particolare graduatoria, è solo sesta, ma evidentemente i suoi 255 tiri hanno reso di più, se si considera che di essi soltanto 96 sono andati fuori bersaglio. Per quanto riguarda gli assist, primi ancora i partenopei con 90 di cui 23 vincenti, seconda l’Inter con 75 (di cui 20 a frutto), terza la Juve con 73 (26 validi). Ergo, il gioco manovrato del Napoli di Sarri produce un numero consistente di azioni che determinano più tiri in porta e svariati assist, ma a realizzare più reti è la Juventus in virtù di un reparto offensivo che, tra titolari e riserve, offre maggiori alternative. Se diamo un’occhiata alla statistica riguardante i cross, scopriamo che la squadra che ne effettua di più è l’Inter (ben 182, di cui però 170 sbagliati), a testimonianza del gioco sulle fasce sviluppato per innescare sotto rete l’esplosività di Icardi (18 goal finora realizzati). Al secondo posto il Chievo, terza la Roma, il cui terminale offensivo (Dzeko) è, per caratteristiche, molto simile al bomber argentino in forza ai nerazzurri. Solo ottava la Juve per numero di cross: il colpo di testa non è il pezzo forte del repertorio di Higuain e Dybala, e Mandzukic gioca ormai quasi sempre defilato sull’out sinistro. Ancora peggio il Napoli, al decimo posto per traversoni effettuati, a conferma che il suo reparto d’attacco non dispone di saltatori ma che, come squadra, preferisce l’azione manovrata palla a terra.

Il dato più curioso, tuttavia, è quello relativo ai km percorsi dalle varie squadre di serie A. Al primo posto la Fiorentina (112.173), seconda l’Inter (112.169, quindi non è vero che la formazione di Spalletti non corre, piuttosto lo fa male…), il Napoli si attesta al quarto posto (110.774) e la Juve…bè la Juve è addirittura sedicesima (108.101), e anche questo aspetto rispecchia la filosofia del proprio allenatore, che predica il giro-palla e la manovra ragionata. In passato, qualcuno (Liedholm) sosteneva che era il pallone a dover sudare, e non i calciatori…

Nell’elenco dei pali e delle traverse centrati, il primato spetta alla Roma (14), seguita dalla Juventus (13), dall’Inter (12), da Lazio e Spal con 10, e dal Napoli con 9. In ultimo la fase difensiva, con la formazione di Sarri che ha subito solo 13 reti, seguita da Juve e Inter con 15. Staccate le formazioni capitoline con 24 goal al passivo.

Per concludere, le statistiche riguardanti i calciatori: Immobile, come già detto, è capocannoniere con 20 goal, seguito da Icardi con 18, Dybala 14, Quagliarella 12 e Mertens con 10. Il miglior uomo assist è Insigne del Napoli con 23, seguito dall’interista Candreva con 20 e dall’atalantino Gomez con 18. Il miglior recupera-palloni è Torreira (113) della Samp, tallonato da Skriniar dell’Inter con 99 e da Koulibaly del Napoli con 92. Tra gli attaccanti, chi tira con maggiore frequenza in porta è il romanista Dzeko (75 volte), seguito da Insigne (73) e dal laziale Immobile (59); segue Simeone (58) della Fiorentina, il napoletano Mertens (57) e lo juventino Dybala (56). Il calciatore che ha percorso più chilometri è Pulgar del Bologna (12.227), poi Parolo della Lazio (11.966), terzo Barak dell’Udinese (11.777): dato curioso, nei primi 15 che macinano più km non ci stanno giocatori di Napoli e Juve. Chi subisce più falli è ancora Torreira della Samp (57, non a caso recupera più palloni di tutti), poi Gomez dell’Atalanta (55) e Magnanelli (50) del Sassuolo; non pervenuti, nei primi 15 “tartassati”, i giocatori del Napoli, mentre per la Juve Cuadrado (40) e Dybala (38) sono i bianconeri le cui caviglie risultano prese maggiormente di mira dagli avversari. Il miglior realizzatore di testa è Inglese del Chievo (non a caso, proprio il Chievo è la seconda squadra che crossa di più), mentre quelli che colpiscono più pali e traverse sono Dzeko e Immobile (4 a testa), Dybala e Higuain (3 cadauno), Insigne, Zielinski, Viviani e Kalinic (anche loro con 3).

Questi i numeri, in attesa che dal 21 gennaio la parola passi nuovamente al campo di gioco per il rush finale.