Siamo così…

“Siamo così, è difficile spiegare certe giornate amare…”, sostiene Fiorella Mannoia in uno dei suoi pezzi più riusciti. Nella giornata di San Valentino, parole dedicate a una Signora, la Vecchia Signora. Siamo così, siamo questi, punto. E non vuol dire essere scarsi o non essere all’altezza, ma semplicemente essere così, allergici al profumo d’Europa. Se bastano tre indizi per fare una prova, nel caso di specie l’impianto accusatorio è così ampio da riempire interi faldoni d’accusa. Puoi comprare tutti i top players che vuoi, arricchire la rosa fino ad avere tre squadre, presentarti con tutte le credenziali per fare bene, ma poi, inevitabilmente, inciampi. Ricordo una bella intervista ad Alex Del Piero, ai tempi della Juve di Lippi, quando affermò che ad ogni inizio stagione, insieme ai compagni di squadra dell’epoca, si dava un’occhiata al tabellone delle formazioni partecipanti alla Champions e si provava a indovinare con chi si sarebbe disputata la finale. Tanta era la consapevolezza di arrivare fino in fondo. E in finale si arrivava per davvero, da favoriti come quei porporati che entrano al conclave da Papi e si ritrovano ad uscire da cardinali: due finalissime perse su tre…

Ieri sera contro il Tottenham, al netto delle assenze di uomini chiave (Dybala, Cuadrado e Matuidi), la Juve è incappata nell’ennesima serataccia della sua poco entusiasmante centenaria storia europea. Cosa non ha funzionato? Problemi di modulo? Le succitate assenze? La forza dell’avversario di turno? La mala sorte? Nulla di tutto questo. La titubanza lontano dagli italici confini è nel nostro dna, è il nostro marchio di fabbrica, c’è poco da fare. Per ragioni irrazionali, di mentalità, di consapevolezza, stentiamo nelle competizioni brevi e facciamo decisamente meglio nelle maratone, dove esiste per definizione la possibilità di rimediare agli inevitabili incidenti di percorso. Ripensando alla sfida con gli inglesi, è inverosimile convincersi che dopo essersi trovati con due reti di vantaggio nei primi dieci minuti di gara, aver sfiorato il colpo del k.o. e non aver sfruttato a fine primo tempo il secondo rigore della serata, si è stati capaci di pareggiare la partita d’andata degli ottavi, allo Stadium, per 2 a 2. Ma tant’è…come dice la Mannoia? E’ difficile spiegare certe serate amare…lascia stare…

E dunque? Sarà plausibile immaginare il passaggio del turno sotto l’arco di Wembley? Difficile per non dire quasi impossibile. Ce ne faremo una ragione, consapevoli che certe tendenze sono stramaledettamente complicate da invertire. Se questo è il ruolo che la Storia ci ha assegnato, vorrà dire che lo assolveremo fino in fondo, lottando secondo tradizione, fino alla fine. Anche questo fa parte del nostro dna.

Fino alla fine!!! Forza Juve!!!