GiulioBruno.it

Innocenti eVersioni. Metro… di giudizio

Secondo il rapporto Istat dello scorso maggio, la Calabria sarà interessata nei prossimi anni da “un intenso processo di declino demografico”, con un deciso cambiamento della composizione dell’età della popolazione. Dice sempre l’Istituto Nazionale di Statistica che “l’azione congiunta della denatalità e dell’allungamento della prospettiva di vita, si traduce in un invecchiamento demografico che tenderà ad intensificarsi in futuro”. In sostanza, uno spopolamento che proseguirà e tenderà a peggiorare. In altre parole, pochissimi giovani e moltissimi anziani. Nello specifico, la città di Cosenza, secondo i dati forniti dall’Università della Calabria, farà registrare una riduzione dei residenti che passeranno, gradualmente ma inesorabilmente, dai circa 67mila attuali ai 38mila nel corso dei prossimi 50 anni. E così, di pari passo, tutta l’area urbana, che si attesterebbe a 67mila abitanti contro gli oltre 112mila attuali. Ordunque, al di là delle più evidenti perplessità circa la realizzazione della famigerata metropolitana leggera (costi eccessivi, impossibilità di rientrare dell’investimento, devastazione del Viale Parco, creazione di un parco benessere di difficile e complicata manutenzione, rischio sicurezza e chi più ne ha più ne metta), è davvero così conveniente insistere nella cantierizzazione di un’opera che già da adesso si sa che sarà sottoutilizzata? Non sarebbe più opportuno pianificare la realizzazione di un gigantesco acquario navigabile, considerato che, come esseri umani, abbiamo scoperto di essere composti per il 90% di acqua? Se è vero (e non abbiamo motivo di dubitare), che come osserva lo Human Development Report (l’indice calcolato tra i Paesi dell’OCSE), in Italia raggiungiamo il 47% di individui affetti da analfabetismo funzionale, vale a dire che siamo capaci di leggere e scrivere ma non di comprendere e interpretare la realtà che ci circonda, forse varrebbe la pena destinare quelle risorse a corsi di scolarizzazione intensiva. Come dire, in prospettiva vecchi sì, ma per lo meno colti. E lungimiranti…