Cosa sono il bene e il male? Sono “I Pregiudizi di Dio”.
Il concetto viene magistralmente affrontato e descritto da Luca Poldelmengo nel suo ultimo lavoro, edito dalla E/O per la collezione Sabotage.
Il racconto si inquadra nel genere giallo classico/poliziesco, ma limitarsi a concentrarne il senso in un unico filone letterario appare estremamente riduttivo. L’autore si addentra con maestria nelle pieghe caratteriali e psicologiche dei vari personaggi, mettendone a nudo debolezze, paure, limiti e fobie accumulati come strati calcarei nel corso di esistenze contorte, spesso ai limiti del consentito e proprio per questo terribilmente realistiche. La storia è un insieme di storie che si intrecciano tra loro, diversi fili conduttori che si mescolano offrendo al lettore un quadro a tinte fosche di uno spaccato maledettamente simile alla realtà quotidiana dell’uomo contemporaneo. I temi affrontati costringono il lettore a fare i conti con la propria coscienza, prima che con quella dei protagonisti, immedesimandosi come per effetto di un ineludibile transfert in quella tormentata di tutti i personaggi che animano il racconto. Famiglie atipiche, quelle cosiddette normali solo all’apparenza e quelle che normali non lo sono più e forse non lo sono mai state; il dolore, quello fisico e quello ancora più pungente e insidioso che si annida nell’anima e nella mente; la perversione, il cinismo, la vendetta, l’amore perduto e quello non ricambiato; il sangue, la morte, l’efferatezza, il disgusto, la violenza dura e sconvolgente che si sfoga nel peggiore dei modi; l’innocenza e l’intuito inconsapevole dei bambini, specchio di anime in crisi e forse irrimediabilmente alla deriva.
Il linguaggio a tratti crudo e’ solo un mezzo per trasmettere immagini e sensazioni che la forza prorompente della storia riesce a veicolare in chi si immerge, senza via d’uscita, tra le pagine del libro. La prosa è scorrevole e accattivante, i dialoghi assolutamente esaustivi e ben assortiti nei tempi e nelle pause, le descrizioni dei personaggi e dei luoghi perfettamente curate.
Terminata la lettura, ci si ritrova a meditare sui vari e inaspettati colpi di scena oltre che sui tratti psicologici che offrono molteplici spunti di riflessione introspettiva e quasi mai conciliante. La trama e’ ben costruita e la sceneggiatura eccellente.
Un bel racconto che farà molto parlare di sé.
Come l’autore. Complimenti Luca!!!
Da leggere senza sottrarsi a nessun tipo di riflessione né indulgenza. Come dimostrano senza sconti di poter fare i personaggi del romanzo, identità schiacciate dal peso di esistenze provate da vite vissute sempre in bilico sulla sottile linea del confine di ciò che è giusto e di ciò che non lo è, tra quello che sta al di qua e quello che sta al di là, tra la malattia insidiosa come un serpente e il disperato tentativo di superare insicurezze e traumi.
Fino a convincersi, o a provare di farlo, che il bene e il male sono semplicemente “I pregiudizi di Dio”.