Non c’è gara tra Juve e Pescara: allo Stadium finisce 3 a 0

Torna il campionato dopo la sosta per le Nazionali, e senza forzare più del necessario, la Juve si sbarazza del Pescara con un perentorio 3 a 0 grazie alle reti di Khedira al 35esimo del primo tempo, di Mandzukic poco prima del 20esimo della ripresa e di Hernanes sei minuti più tardi.

Differenza incolmabile tra una Juve rimaneggiata causa infortuni e turnover, che gioca al piccolo trotto e non alza mai il ritmo, e un Pescara mai in partita che, pur mostrandosi volenteroso nella prima mezzora d’incontro, non riesce mai a trasmettere la sensazione di potersi giocare le pur minime chances di uscire indenne dallo Stadium.

Tirate le somme, non c’è stata gara. Allegri, un po’ a causa dei molti indisponibili e un po’ allo scopo di preservare qualche titolare in vista della sfida di Champions in programma martedì a Siviglia, schiera una formazione quanto mai sperimentale senza rinunciare all’ormai collaudatissimo 3-5-2: tra i pali Neto sostituisce Buffon (turno di riposo per il capitano), nella linea difensiva trovano posto Rugani, Bonucci ed Evra (problemi muscolari per Benatia, fuori uso per un paio di mesi Barzagli a causa dell’infortunio alla spalla rimediato prima della sosta, solo panchina per il rientrante Chiellini), in mediana Hernanes nel ruolo di playmaker (al posto di Marchisio escluso precauzionalmente dagli undici titolari) viene affiancato da Khedira e Asamoah (anche Pjanic rifiata in panca), sugli esterni a destra Liechtsteiner (neppure convocato Dani Alves) e Alex Sandro a sinistra, in avanti l’unico tandem disponibile composto da Higuain e Mandzukic, costretti agli straordinari dalle perduranti assenze di Dybala e Pjaca.

Come detto, i bianconeri iniziano la gara mantenendo il contagiri a ritmi bassi, ma nel contempo controllano le operazioni e gestiscono la manovra a proprio piacimento, imponendo un netto predominio territoriale che gli abruzzesi provano ad arginare fin quando la condizione atletica li sorregge. Cioè per appena 30 minuti. Vale a dire che alla prima vera azione sviluppata palla a terra in velocità, la Juve passa: Cuadrado (subentrato cinque minuti prima a Liechtsteiner, uscito dal campo per problemi gastrointestinali) è abile nel proporre il dialogo stretto a Khedira e Mandzukic all’interno dell’area di rigore; il nazionale tedesco sblocca il risultato con un esterno chirurgico che si insacca alla destra del portiere avversario. La Juve continua a esercitare possesso palla senza produrre grosse accelerazioni, il Pescara piano piano si disunisce e cala d’intensità nel pressing, fino a subire il raddoppio di Mandzukic a metà ripresa, opportunista nell’insaccare in rete sul filo del fuorigioco. Gli abruzzesi, sotto di due goal, spariscono definitivamente dal campo, così che Hernanes dopo sei minuti confeziona la terza marcatura grazie ad un bel tiro a giro da fuori area.

3 a 0 e fine di una partita di fatto mai iniziata. Troppo evidente il divario tecnico tra le due formazioni, la qual cosa dovrebbe indurre ad una seria riflessione sull’ormai non più procrastinabile riforma dei campionati: una serie A come quella attuale a venti squadre, alcune delle quali palesemente inadatte a reggere il confronto con un calcio di livello troppo superiore, determina un inutile dispendio di energie in surplus a causa di un numero eccessivo di giornate in calendario, ripercuotendosi in termini negativi anche e soprattutto sui tempi a disposizione della Nazionale.

Tornando alla gara: senza voto la prestazione di Neto, sostanzialmente inoperosa la retroguardia, ottima la prova di Hernanes al di là del goal, inarrestabile Cuadrado e soprattutto Alex Sandro (quasi imbarazzante la capacità con la quale il portoghese saltava il diretto avversario sulla fascia), in netta ripresa le condizioni di Khedira, generosa come sempre la gara di Mandzukic, presente e partecipe Higuain, sempre nel vivo della manovra e fermato solo dal palo che gli ha negato la gioia del goal. In ultimo, da sottolineare l’esordio in serie A in maglia bianconera, ad una manciata di minuti dalla fine della partita, del giovane Kean, classe 2000: al suo ingresso in campo ci siamo sentiti di colpo tutti più vecchi, io per primo, considerato che mio figlio è solo di un anno più piccolo.

I tre punti conquistati rinsaldano il primo posto in graduatoria della Juve, suffragato da numeri spaventosi: 11esima vittoria in campionato su 13 partite disputate, 23esimo successo consecutivo allo Stadium, 33 punti in classifica dopo 13 giornate, aspettando l’esito delle sfide delle inseguitrici Roma e Milan, di scena rispettivamente a Bergamo contro l’Atalanta e nel derby in notturna contro l’Inter.

Adesso testa alla sfida di Champions, martedì a Siviglia, per provare a ipotecare il passaggio agli ottavi e tentare l’assalto al primo posto del girone. Poi, domenica prossima, di scena al Ferraris di Genova, contro il grifone rossoblù, per proseguire nella striscia di vittorie consecutive.

 

FINO ALLA FINE!!!!! FORZA JUVE!!!!!