Gara rocambolesca al Franchi: la Fiorentina ferma la Juve

Senza respiro. In apnea per 96 minuti, sferzate al Franchi da un vento fastidioso, Juventus e Fiorentina disputano una gara vibrante ricca di emozioni e di occasioni da goal, che premia la formazione viola e impone il quarto stop stagionale in campionato alla squadra di Allegri. C’è da dire che ognuna delle sconfitte sin qui maturate, tutte in trasferta, ha una esegesi a sé stante: con Inter e Genoa la Juve non è praticamente scesa in campo; con il Milan ha disputato una partita che, al netto di un errore arbitrale su un fallo da rigore non sanzionato, poteva pure pareggiare; infine con la Fiorentina, questa sera, ha subito per tutto il primo tempo la netta supremazia dei padroni di casa senza trovare le giuste contromisure per arginare la veemenza, il palleggio e il dinamismo della squadra di Sousa. In ogni caso, la sfida di Firenze ha dispensato emozioni di ogni genere, tra clamorose occasioni da goal sbagliate, episodi dubbi che in buona parte hanno inciso sul risultato finale, ammonizioni causate dall’intensità agonistica messa in campo, duelli fisici senza esclusione di colpi ma comunque mai oltre i limiti della correttezza.

A causa della squalifica di Lichtsteiner e dell’indisponibilità del lungodegente Dani Alves, mister Allegri è costretto ad accantonare il modulo ad “albero di Natale” e rispolverare il collaudato 3-5-2, confidando nel rientro tra i disponibili di Bonucci e del recuperato Chiellini. Cosicché, davanti a Buffon (che riconquista la maglia da titolare dopo i postumi dell’influenza che lo aveva costretto al forfait per due gare consecutive, compresa quella di coppa Italia contro l’Atalanta) trovano posto Barzagli, Bonucci e Chiellini, supportati a destra dall’ex di turno Cuadrado e a sinistra dal rientrante Alex Sandro a completare il reparto in fase di ripiegamento e spingere sugli esterni in proiezione offensiva; in mediana Marchisio a dettare i tempi affiancato da Khedira e Sturaro, infine Dybala a muoversi tra le linee in raccordo tra centrocampo e attacco dove agisce Higuain. Modulo sperimentato e vincente a patto che: 1) gli esterni di fascia, nella fattispecie Cuadrado e Alex Sandro, siano nella condizione di svolgere la cosiddetta doppia fase di contenimento e spinta; 2) che Dybala, in assenza del doppio trequartista (ruolo che nel 4-3-2-1 ricopre in coabitazione con Pjanic), sia nella condizione ideale per supportare l’unica punta, evitando che la stessa rimanga isolata a predicare nel deserto dell’area avversaria. Purtroppo per la Juve, nella fredda serata di Firenze, entrambe le “conditio sine qua non” hanno fatto cilecca: relativamente ai due esterni, per tutto il primo tempo la Fiorentina ha esercitato una tale pressione che il necessario gioco sulle fasce della Juve non si è praticamente mai innescato; in merito a Dybala, la serata storta dell’argentino ha finito per influire sulla gara per larghi tratti opaca di Higuain, spesso e volentieri abbandonato al suo destino e mai servito per come avrebbe meritato.

Detto ciò, la Fiorentina parte subito con il piglio giusto, aggredisce i bianconeri e nei primi dieci minuti confeziona la bellezza di tre palle goal, due con Vecino che in percussione a centro area dapprima impegna Buffon in tuffo e dopo qualche minuto colpisce il palo esterno, e la terza con il giovane figlio d’arte Chiesa, la cui conclusione a rete viene neutralizzata ancora da Buffon. La Juve non trova né l’energia né le idee per reagire, e la Viola al 37esimo trova il vantaggio, grazie a un diagonale di Kalinic liberato a rete da un preciso suggerimento in profondità di Bernardeschi. Primo goal e prime proteste, dato che lo stesso Bernardeschi entra in possesso di palla con un intervento su Alex Sandro ai limiti del gioco pericoloso. I bianconeri provano a scuotersi, e nel finale di tempo trovano la conclusione con il Pipita, il cui tiro viene ribattuto in modo poco chiaro a centro area da un difensore avversario. Altre proteste ma nulla di fatto, i primi 45 minuti si chiudono sull’1 a 0.

La ripresa inizia sulla falsa riga del primo tempo, la Fiorentina continua ad aggredire e la Juve subisce il pressing e il possesso palla degli uomini di Sousa. E così, dopo soli nove minuti dall’intervallo, la Viola raddoppia grazie a un tiro-cross di Badelj che finisce in rete con Buffon immobile, sicuramente tratto in inganno dal tentato intervento di Chiesa e probabilmente disturbato dal vento nella traiettoria del pallone. Sotto di due reti, i bianconeri fino a quel momento non pervenuti, si scuotono e iniziano a giocare la gara. E difatti, a distanza di appena quattro minuti dal raddoppio viola, Higuain trova la zampata vincente su traversone al centro di Khedira e accorcia le distanze: è la scossa che serve per cambiare l’inerzia della gara. Allegri richiama in panchina Sturaro e inserisce Pjaca, modificando l’assetto tattico in un più offensivo 4-2-3-1 con Barzagli largo a destra e Alex Sandro sul versante opposto arretrato sulla linea di difesa, Marchisio e Khedira a fare da schermo a centrocampo, Cuadrado esterno offensivo di destra, Dybala centrale e Pjaca sulla sinistra, dietro a Higuain. Da quel momento è un assedio bianconero: Pjaca salta in slalom un paio di avversari e sul cross teso un difensore intercetta con un braccio in area, ma l’arbitro decide di non concedere il penalty. La Juve costringe i padroni di casa nella propria trequarti, attuando una pressione che Allegri decide di incrementare innalzando ancora di più il baricentro della squadra, spedendo in campo Mandukic al posto di Barzagli dopo che pochi minuti prima aveva assestato il reparto mediano con l’ingresso di un lottatore come Rincon al posto di Marchisio. La ricerca del pareggio della Juve diventa un assedio, e in due occasioni il tabellino dell’incontro sembra poter premiare gli sforzi dei campioni d’Italia: dapprima in seguito ad una mischia a centro area dove Higuain e Chiellini non trovano per un soffio l’acuto vincente, e subito dopo con Dybala che, liberato splendidamente da Mandzukic, a tu per tu con il portiere avversario spedisce alto sulla traversa, replicando suo malgrado il clamoroso errore di Doha che costò qualche settimana addietro la Supercoppa Italiana. A schemi praticamente saltati, con la squadra sbilanciata in avanti alla ricerca di un pari che non arriverà, la Fiorentina spreca nel finale con Ilicic la terza marcatura.

Finisce 2 a 1, Juve che deve recriminare su un primo tempo di fatto non disputato, nel corso del quale ha lasciato alla Fiorentina l’iniziativa del gioco senza provare ad imporre la maggiore qualità tecnica in suo possesso. La classifica recita +1 sulla Roma, ma con la partita da recuperare l’8 di febbraio in casa del Crotone, quindi potenzialmente con quattro punti di vantaggio sulla più diretta inseguitrice. Il margine di distacco non è né esiguo né massicciamente rassicurante, tenuto conto degli scontri diretti che nel girone di ritorno vedranno i bianconeri rendere visita a Napoli e Roma.

Nel frattempo, domenica prossima allo Stadium sarà di scena la Lazio quarta in classifica, che sta disputando un ottimo campionato e gode di un buon momento di forma. Sarà fondamentale evitare ogni minimo passo falso e ritrovare la giusta cattiveria agonistica, per di più tenendo conto delle sicure defezioni causate dalle squalifiche che in settimana comminerà il giudice sportivo alla luce delle diverse ammonizioni scaturite a Firenze. Insomma, vietato sbagliare ancora: per fortuna la reazione messa in mostra nel secondo tempo contro la Fiorentina, induce ad essere ottimisti.

 

FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!