Può succedere che in un campionato fondamentalmente senza storia, con la prima della classe troppo più forte rispetto alle altre e le ultime tre già virtualmente retrocesse da novembre per manifesta inferiorità, può appunto succedere che chi non ha più nulla da chiedere alla classifica riesca a sfoderare la partita perfetta.
Con la forza delle motivazioni date dall’incontrare in casa la capolista, lanciata verso la conquista del sesto tricolore consecutivo, e sapendo di non rischiare nulla in termini di posizioni in graduatoria non avendo obiettivi concreti per cui lottare, l’Udinese prova a regalarsi un pomeriggio da sogno osando dove in tanti hanno fallito.
Cosicché, per tutto il primo tempo alla Dacia Arena, i bianconeri da ammirare per dedizione e impostazione tattica della sfida, per fisicità e applicazione nel lottare su ogni palla, sono quelli senza scudetto cucito sulla maglia, perché la Juventus, in divisa blu da trasferta, è sostanzialmente costretta a subire l’iniziativa dei padroni di casa espressa per lo più in grinta e intensità agonistica.
Allegri, che della trasferta di Udine non si fida e, soprattutto, intende approfittare della sconfitta interna subita dalla Roma contro il Napoli per mettere il sigillo quasi definitivo allo scudetto, decide di schierare la migliore formazione possibile con tutti i big in campo nel 4-2-3-1 a trazione anteriore. E quindi, davanti a Buffon trovano posto Dani Alves e Alex Sandro sugli esterni a completare il quartetto difensivo con Bonucci e Chiellini centrali, mediana tecnica e cerebrale con Pjanic e Khedira a coprire la retroguardia e innescare il trio di trequartisti formato da Cuadrado a destra, Dybala al centro e Mandzukic a sinistra, dietro Higuain unica punta.
Nonostante la disposizione tattica ultra-offensiva, la Juve subisce l’irruenza dell’Udinese fin dalle prime battute, un po’ perché colta di sorpresa dall’iniziativa dei friulani ma soprattutto in quanto gli uomini di Del Neri giocano una gara senza sbavature, fatta di pressing a tutto campo e ottima circolazione di palla: in sostanza, più che per demeriti propri, la Juve soffre per la capacità dell’avversario di approcciare bene alla sfida. C’è poi da dire che il ritmo imposto alla contesa dai bianconeri di casa induce all’errore in più di una circostanza Dybala e compagni: errori di misura nei disimpegni, nel fraseggio e in una manovra che appare spesso e volentieri approssimativa. Non a caso, dopo 37 minuti di lotta e di corsa l’Udinese passa in vantaggio grazie a Zapata, che vince il duello fisico con Bonucci e beffa Buffon con un destro potente che passa sotto le gambe del portiere della Nazionale.
1 a 0, vantaggio friulano meritato e Juve che si ritrova negli spogliatoi senza aver creato neppure un’azione da rete degna di nota: Higuain non conclude in porta praticamente mai, stretto nella marcatura asfissiante di Danilo e Felipe; Mandzukic e Cuadrado non trovano sbocchi sulle fasce in quanto sistematicamente raddoppiati; stesso discorso per Pjanic e Khedira in mezzo al campo; retroguardia sempre sotto pressione, con Dani Alves e Alex Sandro troppo impegnati nella fase difensiva per occuparsi di spingere sulle corsie esterne.
La seconda frazione di gioco inizia com’era finito il primo tempo, ma al 15esimo, su un bel traversone tagliato di Dybala da calcio da fermo, Bonucci trova lo stacco giusto per colpire di testa in area e spedire in rete. 1 a 1, risultato che non cambierà fino al termine dell’incontro, con l’Udinese che colpisce anche un palo su azione analoga a quella che, pochi minuti prima, aveva permesso ai Campioni d’Italia di ottenere il pari.
Dunque, clamoroso al Cibali…pardon al Friuli: la Juve pareggia per la prima volta in campionato guadagnando comunque un punto sulla Roma seconda in classifica, ora distante 8 lunghezze. Risultato tutto sommato positivo, se si considera la difficoltà della sfida oltre al fatto che, per statistica e natura delle cose, non tutte le gare è possibile vincerle e, in talune circostanze, un pari va più che bene. Va altresì tenuto conto che la Juve era reduce dalla mentalmente dispendiosa semifinale d’andata di Coppa Italia contro il Napoli, e che in questa fase della stagione le energie vanno preservate con intelligenza, utilizzando all’occorrenza pallottoliere e calcolatrice: un punto in più sulla seconda, una gara in meno alla fine del campionato, ancora tanti appuntamenti decisivi (tra Champions, Coppa Italia e volata scudetto) da onorare. Ergo: va bene così.
Il tour de force proseguirà venerdì sera allo Stadium contro il Milan, anticipo di campionato prima del ritorno europeo degli ottavi di Coppa Campioni in casa con il Porto, sulla base del 2 a 0 conquistato in terra lusitana.
Fondamentale non abbassare la tensione e dosare le energie, con praticità e concretezza.
FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!