Resistenza Juve a Napoli: punto prezioso in ottica scudetto.

Vedi Napoli e poi…resisti. Nonostante le defezioni di uomini importanti, le cui assenze hanno modificato l’assetto della squadra dal centrocampo in avanti. Nonostante (a causa della variazione degli interpreti) l‘atteggiamento nel gioco abbia sviluppato un tema tattico improntato al contenimento, benché il modulo sia rimasto sulla carta il 4-2-3-1. Nonostante l’attesa di quindici giorni (in virtù della sosta per le Nazionali) abbia caricato l’ambiente e accresciuto la pressione sulla squadra bianconera e sul protagonista più atteso, quello con il nove sulle spalle. E, infine, nonostante il doppio impegno ravvicinato, tra campionato e semifinale di ritorno di Coppa Italia, al San Paolo contro i partenopei. Nonostante tutto, si è resistito, conquistando un pari di vitale importanza.

Non era facile, per tutte le sopra elencate ragioni. Perché la stagione entra nel vivo della fase decisiva, perché le energie vanno dosate con maturità, intelligenza e pragmatismo, perché negli impegni delle Nazionali i bianconeri hanno perso Pjaca (unica alternativa in attacco) per almeno sei mesi, perché Dybala e Mandzukic non sono in perfette condizioni fisiche, perché fra tre giorni toccherà giocare ancora a Napoli il ritorno della semifinale di Coppa Italia e tra dieci giorni è previsto il primo match dei quarti di Champions, contro il Barcellona allo Stadium. E dunque, tenendo conto di tutto quanto, il pareggio strappato al San Paolo vale oro per quanto pesa.

Allegri, consapevole delle difficoltà complessive e del compito importante di dover andare avanti in tutte le competizioni, opta per lo schieramento a trazione anteriore senza snaturare il modulo tattico della squadra ma variandone il gioco e le geometrie. Cosicché, davanti a Buffon, in difesa trovano posto Lichtsteiner e Asamoah sugli esterni e Bonucci e Chiellini al centro, solita mediana a due composta da Marchisio e Khedira, trequarti allestita con Lemina a destra, Pjanic centrale e Mandzukic a sinistra, e Higuain di punta.

La sfida, dal punto di vista del possesso palla, è un monologo azzurro, con la Juve che si difende a oltranza come, con ogni probabilità, sarà costretta a fare per lunghi tratti al Camp Nou, nel ritorno di Champions contro il Barcellona. Prove generali, dunque, favorite dal fatto che il Napoli sposta sin dall’inizio il baricentro della squadra in avanti, adotta un pressing intenso fin dentro l’area di rigore avversaria, impedisce ogni sviluppo di manovra e chiude tutte le linee di passaggio e di impostazione. Eppure, nonostante il chiaro predominio territoriale partenopeo, la Juve sblocca la partita dopo soli sette minuti, grazie ad un bell’inserimento di Khedira che chiude con un rasoterra la pregevole triangolazione nello stretto con Pjanic, costruita ai limiti dell’area di rigore. La gara, tuttavia, continua a svilupparsi con il medesimo tema tattico dei primissimi minuti: Napoli a costruire gioco e Juventus impegnata nell’allenante fase di contenimento. I primi quarantacinque minuti scivolano via senza grossi sussulti, salvo un paio di incursioni partenopee tutto sommato ben controllate da Bonucci e compagni. Il protagonista più atteso, Gonzalo Higuain, sommerso dai fischi ogni qualvolta tocca palla, prova a dare profondità alla manovra confermando personalità e spirito di sacrificio, ma i palloni giocabili sono pochi e di conseguenza rare le occasioni per rendersi pericoloso sotto porta.

Nella ripresa il cliché resta lo stesso, all’11esimo viene annullato un goal a Callejon per evidente fuorigioco, ma è di fatto l’anteprima del pareggio. Perché, dopo appena quattro minuti, il Napoli raggiunge il meritato pari con Hamsik che, sulla falsariga della rete juventina, chiude il triangolo largo con Mertens e batte Buffon replicando nella stessa zona di campo la giocata che aveva portato in vantaggio i pentacampioni d’Italia. Sull’onda dell’entusiasmo, l’undici di Sarri sfiora il colpaccio dopo pochi giri d’orologio con Mertens, che approfitta di una disattenzione della difesa bianconera e coglie il palo con Buffon tagliato fuori, ma alla fine il risultato non cambia, benché Allegri provi a vivacizzare la manovra dei suoi spedendo in campo prima Cuadrado al posto di Lemina e poi Dybala in sostituzione di Marchisio.

Finisce 1 a 1, pareggio importante al termine di una partita poco spettacolare ma oltremodo intensa. La Juve riduce a sei le lunghezze di vantaggio sulla Roma seconda in classifica, e può far tesoro di una prestazione difensiva che tornerà utile, nei meccanismi e nelle distanze tra i reparti, per i prossimi impegnativi confronti europei. Il Napoli può legittimamente rivendicare la buona prestazione offerta e recriminare su un pareggio che, per la mole di gioco sviluppata, avrebbe potuto concludersi con la conquista dell’intera posta in palio.

Sarà importante capire come, tra appena tre giorni, le due squadre interpreteranno la semifinale di ritorno, sempre al San Paolo, partendo dal risultato di 3 a 1 per la Juve maturato a Torino nella gara d’andata.

Appuntamento quindi a mercoledì prossimo, per conquistare la finale della coppa nazionale: serviranno concentrazione, pragmatismo e intelligenza, esattamente quelle doti che nella gara di stasera hanno permesso ai bianconeri di cucirsi un altro pezzo di tricolore sul petto.

 

FINO ALLA FINE!!! FORZA JUVE!!!