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Innocenti eVersioni. L’enfant prodige…

C’è un giovanotto che ha un’aspirazione: diventare cantante. Cosicché decide di partecipare ad una gara canora organizzata da una piccola comunità di paese e, grazie al voto iniziale di pochi compaesani, riesce a classificarsi primo. Buon per lui. Il ragazzotto è felice, perché in virtù del risultato raggiunto potrà giocarsi le sue chances in un contesto più rilevante. Infatti, il primo posto ottenuto al paesino gli garantisce l’opportunità di calcare palcoscenici più prestigiosi. Non ha molta esperienza, ma riesce comunque a farsi notare dal grande pubblico grazie ai testi delle canzoni di cui è autore, che esprimono novità e fanno presa sulla gente ormai stufa di ascoltare sempre le solite note. L’aspirante cantautore guadagna consensi grazie al suo gruppo di sostenitori, i quali fanno propri quei ritornelli trasformandoli in tormentoni. I fans diventano sempre di più, le canzoni si fanno strada in tv e nelle radio, la gente sembra impazzita. A furor di popolo, il giovane cantante viene iscritto al Festival di Sanremo. Lì, però, la concorrenza è spietata: colleghi furbi e navigati, con maggiore esperienza e pochi peli sullo stomaco. Tuttavia il novizio non si perde d’animo, e per distinguersi dagli altri inizia a criticare gli avversari, a denigrarli, a esprimere giudizi terribili e pesanti, a farsi beffe di loro utilizzando l’arma della derisione unita al disprezzo. E’ una strategia studiata, perché l’enfant prodige ha previsto tutto: vincerà Sanremo a mani basse, senza bisogno di alleanze o supporti, il televoto lo premierà garantendogli i consensi necessari per trionfare e imporre la sua musica, gli avversari dovranno ritirarsi a capo chino. Purtroppo per lui, le cose non prendono la piega sperata. Il giovanotto ottiene, è vero, tanti voti al festival, ma per vincere l’ultima sfida deve assicurarsi il sostegno di qualche altro musicista, perché quanto raggranellato non basta. E dunque, dopo aver massacrato i colleghi cantanti durante la gara, inizia una poco credibile attività di ricucitura finalizzata a conquistare quel sostegno che gli manca. Le risposte negative che riceve, per quanto ovvie, lo fanno andare su tutte le furie. Lancia strali a destra e a manca, allusioni, accuse di irresponsabilità verso chi impedisce una fase nuova nel mondo della musica nazionale, propositi di vendetta e, infine, chiede al direttore artistico del festival di ripetere la gara. Alla fine la colpa è degli altri, cioè di chi dopo aver subito di tutto, gli fa mancare il proprio appoggio per la sfida finale. Morale della storia: nella vita occorre tenere fede a un paio di presupposti, la coerenza e il rapporto con gli altri, pur restando fedele ai propri principi e alle proprie convinzioni. Cantanti di razza si nasce…