Acronimi esistenziali

La mia vacanza in una struttura turistica dello Jonio cosentino volge mestamente al termine.

Ho riposato tanto, cercando di recuperare troppe ore di sonno perdute durante l’anno. Ho mangiato abbondantemente tre volte al giorno e ho dedicato il giusto tempo alla lettura e alla mia famiglia. Ho provato a rilassarmi nonostante il bombardamento di musica dozzinale latino-americana, gli inflazionati balli di gruppo, il tomento della baby dance, la visione delle unghie laccate lunghe diversi centimetri e sporgenti dalle dita di mani mantenute rigidamente a mezz’aria da ragazzine neppure sedicenni.  In compenso ho fatto una volta e mezza il giro del catalogo dei gelati Algida, ho tirato fino a tarda notte fumando sigari, ho arbitrato una finale di calcetto e mi sono persino esibito in uno straordinario pezzo di Cat Stevens provando a restituire dignità ad una serata karaoke musicalmente troppo commerciale. Insomma, a parte il solito personale tributo estivo alle zanzare con relativa assunzione di cortisone, direi che è andato tutto bene. La struttura che ci ha ospitati si è caratterizzata per senso di accoglienza e disponibilità.

Due aggettivi che si sintetizzano in una semplice e esaustiva formula: benvenuti al “Sud”. Ma cos’è in realtà il “Sud”, che questa settimana eleggo a parola simbolo?

Il “Sud” è un insieme di colori, di odori, di sapori e di suoni. Il “Sud” è quella particolare e spontanea capacità di certa gente che a talune latitudini riesce a farti sentire a casa, mai estraneo e sempre completamente coinvolto. Il “Sud” è una medaglia dalle facce contraddittorie e contrastanti. Il “Sud” nel suo lato lunare nemmeno tanto oscuro è un acronimo che rivendica Sviluppo, Uguaglianza e Diritti spesso negati o elargiti a discrezione. Il “Sud” è storia secolare di rabbia, arretratezza, ingiustizie, fame, miseria. Ma anche generosità, coraggio, caparbietà, altruismo, come già detto disponibilità.

Benvenuti al “Sud”, quindi? Non per tutti, a quanto pare. Se è vero, come è vero, che una delle più importanti società di car sharing, la Car2go, ha rimodulato i contratti di noleggio auto precisando che i propri veicoli potranno avere libera circolazione in tutta Italia ad eccezione che nelle regioni del meridione, ossia dal Lazio in giù. Delineando e marcando una linea di confine non già commerciale, ma a tutti gli effetti ideologica. Riproponendo una distinzione razzista e discriminatoria. Ribadendo un principio subculturale tendente all’esclusione, all’emarginazione, all’isolamento.

“Sud” d’Italia e “Sud” in generale, punti geografici convenzionali che risultano comodi per definire politiche di ghettizzazione, aggressione e colonizzazione culturale e economica. In uno dei tanti “Sud” del globo a “Sud” della Turchia, in Siria, si combatte e si muore. I bombardamenti incrociati di America e Russia hanno generato quella che definire emergenza umanitaria può risultare persino riduttivo in relazione a quanto sta accadendo.

“Sud” che diventano centro quando i riflettori del mondo decidono di accendersi come in Brasile, “Sud” del continente americano. E dove i giochi olimpici ci regalano la visione triste e malinconica dell’atleta ginnasta Ri Se-Gwang, nordcoreano vincitore di una medaglia d’oro eppure incapace di esprimere in mondovisione il sorriso preconfezionato, rassicurante e di protocollo che il mondo globalizzato e plastificato si aspetta e pretende. Ebbene, tra i tanti rituali scontati, fatti di selfie e espressioni virtuali, di situazioni di giubilo costruite e pianificate dagli sponsor, di banali dichiarazioni d’amore degne di standardizzati comportamenti da rotocalco rosa in offerta a prezzo di lancio, io preferisco di gran lunga l’atteggiamento sincero e non artefatto del nordcoreano. Che nello sguardo e nell’espressione del viso mi ha ricordato i volti di tanti anziani delle mie zone, pensierosi e saggi nell’affrontare la vita, i disagi e le avversità che essa comporta, senza dimenticarsene neppure nei momenti di rara e isolata felicità. Nord che diventano “Sud” nella fattispecie, in un gioco di reciproca contaminazione. Perché il “Sud” non è soltanto, e forse non lo è per nulla, una collocazione geografica o un punto cardinale, ma piuttosto un tratto caratteriale, un modo di essere, una categoria dello spirito.

Benvenuti alla ricerca del “Sud” presente in ognuno di noi, dove ancora resistono residui e frammenti di semplicità e spontanea genuinità proprio grazie al fatto che le auto del car sharing hanno deciso di non arrivare…